Un convegno “diverso”

Il 13/5 dovevevamo consegnare alla Presidenza della Camera (il presidente Fini ci fece accogliere dal dott. Solia, suo capo di gabinetto) le seimila firme raccolte in tre mesi, dal 10 febbraio al 10 maggio 2010. Prima della consegna però decidemmo di riflettere sul contenuto della petizione in Senato, per sensibilizzare ulteriormente politici e giudici.

In un convegno bellissimo, ma organizzato male (da noi), abbiamo avuto uno splendido spaccato del mondo dei genitori affidatari, con interventi di grande spessore umano e professionale. Il prof. Cancrini ha ricordato ad esempio come lo psicoterapeuta, per divenire tale, debba prima farsi analizzare, prima di dare aiuto si deve cominciare con il saper chiedere aiuto. Ha ricordato il valore dell’umiltà in tutto ciò che riguarda le relazioni umane e la cura quindi dei bambini.

Umiltà: parola che deriva da “humus” (terra). Terra, concretezza, realtà. Noi vorremmo che si cercasse di fare il bene dei bambini nelle situazioni in cui si trovano, non in quelle in cui si dovrebbero trovare, secondo i parametri che gli adulti hanno in testa. Vorremmo che le istituzioni almeno nella relazione con i bambini smettessero la veste della forza e si piegassero ad ascoltare i bisogni dei bambini, di ciascun bambino.  La fotografia della realtà ce l’ha data il dott. Moretti del Centro Studi dell’Istituto degl’Innocenti. Più di 32.400 minori fuori della propria famiglia, 16.800 gli affidamenti familiari, 15.600 i minori nei servizi residenziali. Il 60% dei bambini sotto i due anni sono accolti in struttura anziché in famiglia.

La riflessione pacata e compassionevole del prof. Cancrini, la comunicazione aperta della dott. Cavallo, che ci ha raccontato anche come perfino i decreti dei Tribunali siano talora inattuati, il riferimento ad un’interpretazione della legge sull’adozione che esiste da tempo e in cui si inserisce la petizione, ricordataci magistralmente dal dott. Occhiogrosso, e tutti gli altri validi contributi (Veronica Pelonzi, Arianna Saulini, Cristina Lodi) sono stati intervallati dall’irruzione in scena della vita vera, cioè dalle testimonianze dei genitori affidatari o dei ragazzi già vissuti in affidamento, tra cui ricordiamo in particolare la toccante storia di Cassandra, letta magistralmente da una grande attrice: Pamela Villoresi. Le storie e gli interventi hanno tentato di far capire a tutti che cosa “La gabbianella” sta chiedendo. Chi ha seguito i lavori dall’inizio alla fine ha di certo colto il senso della comunicazione di cui il convegno si è reso strumento.

Gli esiti della mobilitazione

La chiusura del convegno fu a cura della senatrice Anna Serafini, che promise che presto sarebbe arrivata una circolare esplicativa del senso della legge 149/01, volta a tutelare i legami affettivi dei bambini.

Anna Serafini, la relatrice della legge sull’adozione e sull’affidamento, venne a dirci che nessuno, proponendo la legge 149/01 voleva che succedessero fatti come quelli da noi raccontati. Nessuno voleva spezzare la vita a tanti bambini, come Cassandra.  Le credemmo e aspettammo che la circolare esplicativa giungesse a mettere fine a storie terribili come quelle che ancora ci giungono e a cui diamo spazio nel nostro sito.

Alla fine del convegno, giunsero altri contributi scritti, tra cui quello della scrittrice e madre adottiva Anna Genni Miliotti.

E’ opportuno ricordare che il convegno è stato aperto con la lettera di Brunella Benedetti. La sentenza della Corte sui diritti dell’uomo di Strasburgo, ottenuta dalla brava e tenace avv. Mollica, è frutto della lotta di Brunella Benedetti e Luigi Moretti, quando tentavano di non far cambiare famiglia alla loro piccola “Beatrice”. La coppia ha continuato a lottare (l’Italia è stata condannata a risarcirli con 10.000 € per non aver potuto adottare la bambina) non per “avere ragione”, ma per fare in modo che la sofferenza subita da Beatrice (e da loro) non si ripetesse.

Tutta l’Associazione sta lottando per questo, perché non ci siano più persone che vivano la giovinezza di Cassandra, la prima infanzia di Martina (ricordate la piccina di Grosseto?), le violenze che ha subito il piccolo Paolo e quelle che stanno subendo altri bambini di cui ci hanno raccontato le vicende i genitori affidatari.

L’articolo di Gian Antonio Stella

Se queste storie non avessero colpito un grande giornalista come Gian Antonio Stella, forse sarebbero rimaste nel nostro sito inascoltate. Invece, dopo che ne ha parlato lui, dopo che sulla prima pagina del Corriere è uscita l’espressione “genitori usa e getta” METTERE ANCHE IN RASSEGNA STAMPA , una gran quantità di trasmissioni radiotelevisive e di giornali hanno chiesto all’Associazione di parlare della nostra petizione. Era ora che la società civile si accorgesse della violenza che si fa ai bambini quando li si costringe a cambiare famiglia, mentre dove stanno vivono bene e sono amati, solo perché sono in affido. Era ora che si capisse che i legami dell’affetto vanno tutelati e rispettati. Non si può vivere con dei bambini, posti in una famiglia adottiva o affidataria e non volerli vedere contenti, come fossero figli nati dal nostro ventre.

I bambini non possono essere curati, ascoltati, accuditi, vezzeggiati, stimolati, consolati dagli adulti, senza che ci si leghi a loro. Sarebbe disumano. Pretendendolo, insegneremmo loro solamente ad essere privi di riconoscenza, cioè privi di amore.

Gratitudine

A proposito, “La gabbianella” ringrazia le altre associazioni intervenute, che hanno ascoltato pazientemente e hanno dato il loro contributo di pensiero e di esperienza. Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato a fare il convegno e che ci hanno ospitato in Senato. Grazie alla Regione Veneto e al Comune di Venezia che ci hanno dato il patrocinio. Grazie alla Società Italiana di Ginecologie e Ostetricia, nonché alla Società italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, che pure hanno dato, tramite Alessandra Graziottin, il patrocinio.

Un ringraziamento particolare proprio ad Alessandra Graziottin, che per prima ha scritto un articolo  che ha smosso le coscienze dei lettori del Gazzettino e che ha fatto sua questa lotta.

Abstracts dei contributi al convegno:

Introduzione: una petizione necessaria, di Lucrezia Mollica (Avvocato, esperta in diritto di famiglia).

Diritto ai sentimenti dei minori: spunti e riflessioni del CNSA,  di Veronica Pelonzi (Coordinamento Nazionale Servizio Affidi).

I dati che abbiamo e non abbiamo sull’affidamento familiare e la sua conclusione, diEnrico Moretti (Statistico, Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza dell’Istituto degli  Innocenti).

Affido familiare: le raccomandazioni dell’ONU all’Italia sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, di Arianna Saulini (Coordinatrice Gruppo per il monitoraggio della Convenzione di New York – CRC).

La petizione della Gabbianella e la giustizia minorile mite, di Francesco Paolo Occhiogrosso (Presidente Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza dell’Istituto degli Innocenti).

Il ruolo degli assistenti sociali nelle separazioni forzate, di Cristina Lodi (Presidente Ordine Assistenti Sociali Liguria).

Diritto agli affetti per i bambini in affidamento, di Carla Forcolin (Presidente Associazione “La Gabbianella e altri animali”).

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