La petizione “diritto ai sentimenti per i bambini in affidamento” fu lanciata in quest’epoca (febbraio 2010) e nel giro di tre mesi raccolse 6.000 firme on line. Firme spesso importanti di giudici, intellettuali, scrittori famosi, avvocati e persone che conoscevano per esperienza diretta o indiretta i problemi dell’affidamento e della fine dello stesso, nonché di associazioni come ANFAA e Papa Giovanni XXIII, Batya, ecc.  Scrissero su questi temi Gian Antonio Stella, in prima pagina sul Corriere, Maria Novella De Luca su Repubblica, Alessandra Graziottin sul Gazzettino, con altri giornalisti su diverse riviste. Ne parlarono radio e televisione.

La petizione fu presentata alla Presidenza della Camera nel pomeriggio del 13 maggio, nelle mani del dott. Alberto Solia, che ci invitò subito a coinvolgere la Commissione Giustizia oltre alla Commissione Infanzia, con cui ci eravamo rapportati in precedenza.

Prima della consegna delle firme, nella mattina del 13 maggio, ci fu un convegno in Senato, cui parteciparono la vice-presidente della Commissione infanzia, sen. Anna Serafini e altri deputati, tra cui l’on. Vassallo.  Anna Serafini (PD), relatrice della legge attuale nel 2001, propose e promise di fare una circolare esplicativa della legge perché non la si potesse più interpretare nel senso della impossibilità del passaggio dall’affidamento all’adozione. Anche la presidente del Tribunale dei Minorenni di Roma, Melita Cavallo, sostenne il principio della necessità di garantire la continuità dei legami affettivi per i bambini in affidamento. In quell’occasione ci furono, oltre ad interventi davvero ricchi e belli, testimonianze dirette: la storia scritta da  una ragazza, di nome Cassandra, che aveva vissuto nell’infanzia la separazione dalla madre affidataria a cui era stata affidata quando era sieropositiva. Anni dopo, rimasta orfana e negativizzatasi, fu adottata da altri genitori con cui non riuscì mai ad instaurare un affetto profondo. La storia, letta da Pamela Villoresi toccava le emozioni, facendo sentire la sofferenza di un bambino costretto a cambiare più volte genitori.

L’on. Vassallo (PD) aveva già presentato una proposta di legge che raccoglieva le nostre richieste il 6 maggio con Annalisa Pes. La stessa venne assegnata in commissione giustizia il 3 agosto.

La petizione invece venne annunciata all’assemblea  il 1giugno del 2010 e assegnata alla Commissione Giustizia.

Il 10 novembre venne presentata la proposta di legge Savino (PDL), pure assegnata alla comm. Giustizia il 12-1-2011

Le proposte nascono da deputati sensibili non da gruppi parlamentari ufficiali e sono due, ma sono identiche nei contenuti, per questo in sostanza si può parlare di proposta bipartisan. Ma la proposta dev’essere calendarizzata, cioè dev’essere stabilito il giorno in cui la si discute ufficialmente.

La nostra preoccupazione è che il governo non faccia in tempo a trattare la questione perché troppo preso dalla propria sopravvivenza. E’ la seconda volta che presentiamo una petizione simile ad un governo: il governo Prodi aveva pure lui una proposta di legge pronta, ma non si fece in tempo a votarla. Finirà così ancora?  Quante bambine ancora come Cassandra?

Carla Forcolin

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