Nel febbraio scorso (2013) aspettavamo un governo che riprendesse subito in mano la proposta di legge che abbiamo fatto per riformare l’affidamento, impedendo un taglio brusco dei legami affettivi tra bambini posti in affidamento e sostituti genitoriali: tali sono spesso i genitori affidatari. La legge, di cui era relatore l’on. Sisto (pdl), non è passata in Commissione Giustizia solo perché è caduto il governo Monti, a cui l’on. Angelino Alfano, il 7/12, dava per concluso il sostegno al governo da parte del PdL. Per la verità, il PdL non aveva presentato una mozione di sfiducia, ma il sen. Monti preferì concludere il suo governo evitandosi un’inutile e certa agonia. Scelta dolorosa ma forse inevitabile da parte sua. (Spero che nessuno mi accusi di essere di parte mentre ricordo questi fatti.)
E’ stato così che siamo giunti alle elezioni. Le elezioni hanno dato il risultato di rendere vincente la coalizione PD-Monti-Sel, che però, a causa della legge elettorale che abbiamo e a causa del fatto che la coalizione ha vinto in maniera risicata, non è in grado di avere la maggioranza da sola in Parlamento e in particolare in Senato.
In un primo momento ho ipotizzato che il PD e il Movimento 5 Stelle si mettessero d’accordo per fare un governo che perseguisse obiettivi comuni (dalla riforma della legge elettorale al conflitto di interessi; dalla difesa del territorio, all’abolizione delle province). Sono rimasta esterrefatta quando ho visto che una proposta simile, avanzata da Bersani, è stata bocciata perché Grillo vuole governare da solo. Sono rimasta colpita nell’ingenua fiducia che davo a Grillo, pensando che volesse fare le cose che ha propagandato per anni. Sono rimasta colpita nella speranza che una legge, che ridarebbe fiato all’affidamento e impedirebbe la violenza legalizzata sui bambini, potesse passare, ora che “persone semplici e pulite” sono al governo.
Perseguiamo una legge che tuteli i legami affettivi dei bambini in affidamento dal 2007. Avevamo fatto una petizione ai tempi del governo Prodi, ma Prodi non aveva la forza di far passare nulla e oggi c’è il sospetto che il suo governo sia stato fatto cadere da gente corrotta da Berlusconi. Eravamo comunque arrivati, dopo una prima petizione popolare, ad avere una proposta di legge, presentata nel 2007 dall’on. Luana Zanella: essa cadde con il cadere del governo Prodi, appunto. Riprendemmo la fatica di raccogliere firme con il governo successivo, quello di Berlusconi. Erano firme on line, ma noi, pur non essendo un gruppo di “smanettoni” riuscimmo ad averne 7.000 in tre mesi. Erano firme di intellettuali e professori, giudici minorili e genitori affidatari e adottivi, gente comune e perfino frati e suore. Invidiai in quell’epoca la capacità di Grillo di giungere in ogni dove con la sua rete, cercai di scrivergli, non ebbi risposta… consapevole che il nostro impegno riguarda un tema di nicchia, lasciai stare.
Riuscimmo a presentare la petizione al Presidente della Camera, dopo un convegno in Senato. La petizione divenne proposte di legge che dovevano essere discussa in Commissione Giustizia. Le proposte di legge iniziali, a cui se ne aggiunsero molte altre, erano di una deputata del PdL e di un deputato del Pd. Entrambi avevano letto il libro di denuncia “Io non posso proteggerti” ed. F. Angeli, che costituiva un po’ la base teorica della legge ed io avevo pubblicato nel 2010. Le loro proposte erano simili.
Di queste proposte non si riuscì a discutere perché la Commissione Giustizia era occupata con questioni legate a riforme di legge che sempre avevano a che fare con lo scontro con la Giustizia del Capo del Governo. La commissione, come il Governo, erano paralizzati da questioni del tutto esterne ai bisogni che noi cercavamo di esprimere. La cosa triste è che il governo era paralizzato rispetto a tutti i bisogni del paese e non solo al nostro, di nicchia, appunto.
Il governo cadde, ma non era finita la legislatura, la nostra petizione e gli atti che ne conseguivano era ancora valida. Riprovammo con il gov. Monti.
Il gov. Monti è durato meno di un anno, ma quando cadde eravamo in dirittura finale: in Commissione Giustizia era pronto un testo condiviso tra on.Savino, on Vassallo e on. Sisto. E su quel testo venimmo chiamati a Roma per l’audizione parlamentare. Assieme a noi vennero chiamate associazioni che erano piuttosto estranee all’argomento in discussione e che presentarono degli emendamenti. Non ci fu il tempo per discuterli, perché il governo Monti cadde e questa volta finiva pure la legislatura. Sei anni del nostro lavoro gettati alle ortiche o quasi, ma ecco che il popolo di chi cerca la democrazia diretta arriva e vince…
” Si riparte e si ragiona subito sui temi in discussione e, dato che è chiaro che abbiamo ragione, finalmente portiamo a casa la precisazione di legge (non è nemmeno una vera riforma) che ci sta a cuore e che determinerebbe il rilancio dell’affidamento” penso. Ma no! Non è così. I Grillini non vogliono più avere ciò che da anni dicono, vogliono avere la maggioranza assoluta in parlamento, vogliono far fuori gli altri partiti.
ALT! ALT! Siamo in democrazia, l’opposto del partito unico. Va bene avere più democrazia (ben venga la democrazia dei referendum ascoltati, delle petizioni, del contatto tra cittadini e governo) non va bene averne meno (un solo partito, la stampa messa alle porte, la Costituzione ignorata, il bisogno dell’Italia di essere governata del tutto sbeffeggiato).
La povertà aumenta se mancano i posti di lavoro, se l’economia è in crisi. E se aumenta la povertà per i grandi aumenta anche il bisogno di porre i bambini in affidamento, purtroppo. Quando una famiglia non riesce a tenere nel proprio interno i suoi figli è perché mille povertà si sommano, quella materiale tra le prime, poi anche le altre (culturale, emotiva, etica, relazionale, ecc).
Noi lavoriamo anche nel carcere, e anche qui da tempo si è paralizzati nell’avviare gli istituti a custodia attenuata maternità, ma basta parlare con le persone più disparate per capire che sono bloccati lavori e progetti di ogni tipo nel nostro paese. Sono bloccati da troppi anni di mancato governo del paese, dove abbiamo avuto governi finalizzati a fare gli interessi di una sola persona e governi troppo deboli per svolgere il loro compito o di vita troppo breve…
Ho letto che molti aderenti al M5S provengono dall’impegno sociale. Spero che vedano ciò che vedo io con tanta chiarezza, spero che vogliano mettere gli interessi dell’Italia e della povera gente in Italia al primo posto. Se vogliono passare dal dire al fare, i tempi sono maturi. Se si lasciano prendere dalla spirale dell’avversione per tutto ciò che li ha preceduti, facendo di ogni erba un fascio, sbagliano. I problemi si risolvono se si può, non si lasciano peggiorare. Il medico cura la ferita con le armi che ha, non la lascia incancrenire. La logica del “tanto peggio tanto meglio” era ed è una logica distruttiva. Cerchiamo di evitarcela. Se chi lavora in un’associazione, davanti ad un problema si chiedesse di chi è colpa quel problema, non farebbe mai nulla. I problemi sono fatti per essere risolti. E’ giunto il momento di affrontare i problemi e risolverli, per il bene di tutti. Chi è d’intoppo su questa strada, se di individui si tratta, si faccia da parte. Se si tratta invece di partiti, rendiamoci conto tutti che i partiti sono fatti da italiani, milioni di italiani, e non si possono eliminare con un colpo di spugna.
Carla Forcolin