Io-non-posso-proteggertiCari amici,

quest’anno a Natale avrei tanto voluto che sotto l’albero ci fosse per noi tutti la riforma nata dalla petizione “Diritto ai sentimenti per i bambini in affidamento”, da noi lanciata nel febbraio del 2010.

Nel maggio del 2010, dopo un convegno in Senato nel quale ci furono momenti di intensa commozione per le testimonianze che lì furono portate, arrivammo a consegnare migliaia di firme raccolte on line al dott. Solia, che rappresentava il Presidente della Camera. La petizione fu consegnata alla II Commissione Giustizia della Camera.

L’on. Salvatore Vassallo (PD) che aveva partecipato al convegno e letto già prima con attenzione il libro “Io non posso proteggerti”, fatto con le storie nostre e dei “nostri” bambini, presentò una proposta di legge, che raccoglieva l’esigenza di permettere la continuità degli affetti dei bambini che, prima in affidamento, poi venivano dichiarati adottabili. Di lì a poco anche l’on. Elvira Savino presentava una proposta di legge analoga.

Ma le proposte di legge devono essere calendarizzate tra i lavori della Commissione per essere discusse. Era in vigore il governo Berlusconi e tra il maggio 2010 e il maggio 2011 la Commissione Giustizia aveva sempre altre priorità. Comunque, la determinazione nostra e dei deputati che avevano abbracciato la nostra causa sembrò poter portare nella primavera successiva ad un’apertura a questi temi, tanto che “La gabbianella” invitò a Palazzo Cavagnis, in una tavola rotonda, i deputati, le associazioni, i giudici che avevano firmato la petizione, per valutare insieme le conseguenze del passaggio di un’eventuale  riforma e per giungere ad un testo unitario, convinti che le separazioni partitiche in certi ambiti siano del tutto inutili. In quell’occasione giungemmo a costruire insieme una vera proposta di riforma, da offrire ai nostri politici. La proposta era frutto di riflessione e di esperienze provenienti da diversi fronti: quello associazionistico, quello giudiziario, quello dei Servizi…

Quando, sapendo che il relatore della legge era l’on. Sisto, gliela mandai, pensai di facilitargli il lavoro. Di quella proposta non si parlò più, mentre a me sembra ancora una bella proposta  (la si può leggere nel sito). Erano già giunte invece alla Commissione varie altre proposte, tra cui quella dell’on. Lupi che, prendendo spunto dal nostro lavoro, presentava di fatto una riforma per cui si privatizzavano in grande misura compiti tradizionalmente dei Servizi Sociali. Ci fu una levata di scudi da parte di molti, noi compresi, ma il vero problema era quello di trovare tempo per discutere davvero delle proposte.

Quando si arrivò alla discussione, due parlamentari PD chiesero che prima di votare sulle proposte presenti ci fossero le audizioni. Richiesta teoricamente lecita, ma le audizioni non ci furono perché la disponibilità a ragionare sui problemi di affidamento e adozione durò un battito di ciglia e la Commissione Giustizia fu di nuovo subissata da altri argomenti “caldi” in quei giorni e che interessavano più l’allora Presidente del consiglio che i genitori adottivi.

Poi cadde il governo Berlusconi, arrivo il governo Monti e dovemmo di nuovo rendere attuale la petizione: contatti con Ministri, libri di nuovo spediti, trasmissioni radiofoniche, articoli… Poi di nuovo il tema dei bambini contesi diventa di attualità con il bimbo di Cittadella, se ne occupano intellettuali e giornalisti come Gian Antonio Stella, che già aveva nel passato sostenuto la petizione con l’articolo dal titolo ben significativo di “Genitori usa e getta”.

Infine l’on. Sisto, con i colleghi Vassallo e Savino, è apparso nella trasmissione “Codice a barre” di Elsa Di Gati, dicendo però che i due schieramenti di Destra e Sinistra erano divisi sulla proposta per via dell’adozione ai singles, che la proposta dell’on. Vassallo avrebbe finito per permettere. Dopo le precisazioni  di Vassallo e perfino  della collega Savino,  l’on. Sisto infine concluse dicendo che se non era in discussione quel punto si sarebbe potuto fare la legge i giorni immediatamente seguenti.

Come presidente della Gabbianella, vengo chiamata per l’audizione parlamentare a Roma il 4 dicembre (il 5 avevo in programma l’inaugurazione della mostra “condividere la gioia” sul progetto “capanna solidale”), assieme a Lucrezia Mollica. I vari esperti invitati  (“con quali criteri?”)  ribadiscono i temi a cui tradizionalmente tengono di più, ma gran parte del tempo viene occupato dai primi interventi, tra cui quello della presidente del T. M. di Roma, Melita Cavallo, che sembra temere l’aggiramento della legge attuale. Un fatto rimane però: tutti concordano nel principio per cui è necessario garantire ai bambini in affidamento continuità d’affetti e questo è il cuore della petizione. Sembra si possa procedere e l’on. Sisto ci saluta contento.

Il 7 dicembre l’on. Alfano alla Camera dichiara concluso il sostegno al governo Monti da parte del PdL. Il presidente del Consiglio Monti ne deduce che il tempo per governare con adeguato sostegno è finito. Che ne sarà della legge? Lo chiediamo sia io che Lucrezia ai parlamentari e ci rispondono che il giorno 12/12/2012 forse la si può approvare in sede legislativa, ma la discussione della legge non c’è più stata.

Perché? A questa mia domanda non c’è stata risposta chiara e io ne deduco che qualcuno che conta non ha voluto.

Purtroppo siamo ancora senza legge, anche se un passo in avanti è stato fatto sia nella coscienza collettiva che presso il tavolo per l’affido, che all’interno di altre associazioni.

Non ci resta che sperare che il lavoro fatto dia i suoi frutti, anche se altre vicende successe proprio tra i nostri soci durante l’estate fanno pensare che ci sia ancora lunga strada da fare prima che i sentimenti di affidati e affidatari siano considerati con il giusto peso.

Cari amici, su di noi si riflettono sempre le circostanze che sono del paese tutto, sia per quanto riguarda questa nostra antica lotta sia per altre questioni, come quella cruciale dei finanziamenti.

Per certi aspetti, noi eravamo e siamo un’associazione anomala: io vi chiedo di rimanermi vicini e di intensificare la vita associativa (tra poco vi inviterò all’assemblea annuale), perché ci si possa sostenere a vicenda e, uniti, far fronte ai tempi duri che viviamo.

Con fiducia, però. Senza fiducia nella nostra stessa azione saremmo già finiti!

Per cui vi invito ad apprezzare quello che siamo riusciti a combinare e a credere che prima o poi uno dei più elementari diritti delle persone, quello di volersi bene liberamente, valga anche per i bambini in affidamento e per coloro che hanno avuto il coraggio necessario ad accoglierli, spesso sopportando pesanti intromissioni dei Servizi Sociali nelle loro vite. Chi ha dei bambini in affidamento, o peggio in collocamento (variante peggiorativa dell’affidamento), per molti motivi non riesce infatti a programmarsi liberamente la vita.

A chi ha sopportato questo ed ancora lo sopporta, per senso di responsabilità nei confronti dei bambini che ha accolto, va tutto il nostro apprezzamento affettuoso e compartecipe.

Buon anno a tutti!

Carla Forcolin

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