Il  57% degli affidamenti dura più dei due anni previsti dalla legge e l’affidamento è solo in piccola parte l’istituto che avrebbe dovuto essere nella mente del legislatore.

Moltissimi bambini non tornano, dopo un breve periodo, nella famiglia d’origine risanata, talora rimangono nella famiglia affidataria per affidamenti che non finiscono mai. Talora vengono posti in adozione. Talora finiscono in comunità.

Quando il  bambino non può tornare nella famiglia d’origine, noi chiediamo che non sia costretto a cambiare famiglia, per rispettare i suoi sentimenti e la stabilità della sua vita.

Perché non si aggiri la legge che vuole due genitori sposati e idonei all’adozione per un bambino adottato, è sufficiente verificare se la famiglia affidataria ha i requisiti per divenire adottiva e farle fare il percorso per l’idoneità. Una doppia idoneità all’affidamento e all’adozione risolverebbe questo problema.

I singles possono essere famiglia affidataria ma non genitori adottivi? La legge attuale permette l’adozione anche a loro in casi particolari. Ma se lo scoglio è questo, se il motivo per cui si costringono i bambini a cambiare famiglia dopo che sono stati per molti mesi ed anni con determinati genitori e fratelli, si elimini la possibilità dei singles di prendere i bambini in affidamento. Meglio togliere questa categoria dagli aspiranti affidatari che permettere legami profondi, per poi  tagliarli con enorme dolore.

Non si risolve il problema dicendo che l’affidamento deve durare poco: ci sono situazioni in cui l’incertezza del recupero del genitore biologico dura a lungo. E’ per questo che proponiamo che in alcuni casi si lasci il bambino dove già si trova.

A meno che non si preferisca privare il bambino del suo diritto a crescere in famiglia o a meno che non si decida di porre in adozione anche chi potrebbe ritrovare la famiglia d’origine dopo alcuni anni d’affidamento. L’affidamento serve così com’è, a patto però che si capisca che i legami che si creano nella convivenza quotidiana non sono di qualità inferiore a quelli sanciti dai tribunali. Gli affetti tra chi cresce un bimbo e il piccolo si creano comunque, anche spontaneamente. Perché neghiamo ciò che è sotto gli occhi di tutti?

Carla Forcolin

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