carcere femmPubblichiamo qui sotto il commento della presidente dell’associazione “La gabbianella e altri animali”, Carla Forcolin, all’articolo “Venezia, bambini detenuti senza futuro”, pubblicato sul sito www.estremeconseguenze.it .

Gentile giornalista Guantieri, mi è stato mandato il Suo articolo e mi sento in dovere, per amore di verità, di darle alcune informazioni. Intanto mi presento: sono la presidente dell’Associazione “La gabbianella e altri animali” che, da 15 anni, fa volontariato nel nido prima, nell’Icam poi dell a Giudecca. In merito, in tempi non sospetti, ho scritto due libri, editi rispettivamente da Marsilio e F. Angeli, nei quali racconto della struttura carceraria  e delle nostre attività. Se vuole leggerli gliene offro una copia. La “Gabbianella” è l’associazione che più di ogni altra ha lottato per far cambiare la legge sull’affidamento e ne ha ottenuto la riforma (legge 173 del 2015) grazie a libri, petizioni , articoli, trasmissioni televisive ecc. Glielo dico solo per farle presente che, se ci sono soprusi all’infanzia, noi non ci tiriamo indietro. Giusto ieri, io ero al Tavolo Interistituzionale presso l’ufficio della Garante Regionale per fare, assieme ai Servizi Sociali del Comune, la Garante stessa, la Questura, l’Uiepe, l’ultima lettura del “Protocollo interistituzionale d’intesa” tra tutte queste istituzioni e la Direzione del Carcere (ieri presente con la sua Direttrice e la Capo Area educativa), in modo da poter indicare con chiarezza “chi fa che cosa” tra tutte queste istituzioni e la nostra Associazione (volontariato) nelle varie fasi in cui ci si prende e ci si prenderà cura dei bambini e delle loro madri : all’arrivo nell’ICAM, durante la detenzione, all’uscita e nella fase del post – dimissioni. Le faccio presente che si tratta di un lavoro molto preciso e minuzioso, che già aveva predisposto la Garante precedente, nel 2015, ed è stato ripreso dalla Garante attuale, anche in seguito a nuove norme (art. 15 della legge di pubblica sicurezza) che prevedono per i minori negli ICAM il controllo da parte delle Procura della Repubblica annessa al T.M. In appendice al libro “Mamme dentro” di F. Angeli, riporto il vecchio protocollo d’intesa e già da quel documento si potrebbe vedere quale attenzione è stata posta sui bambini.

Io non so da dove derivino tutte le terribili informazioni che Lei riporta nel suo articolo, ho il dubbio che le siano state date da fonti poco attendibili. 
Per esempio, i bimbi di questa detenuta vanno regolarmente alla scuola materna, addirittura con un’accompagnatrice per ciascuno, mentre ne basterebbe una per entrambi, che sono grandicelli. Ieri questi bambini hanno fatto il loro saggio in piscina e hanno ricevuto le loro medaglie (non ne pubblichiamo le foto solo per la privacy) e da questo Lei può dedurre che frequentano, con noi, non solo la scuola, ma anche la piscina. Il sabato e la domenica, inoltre, i bambini escono per andare a fare passeggiate al parco o per partecipare ad alcuni degli eventi presenti in città e rivolti ai bambini. A volte, se la madre lo permette, vengono invitati da famiglie della ns associazione a pranzo in famiglia. D’estate “La gabbianella” li porta in spiaggia tre giorni alla settimana, in una capanna dataci appositamente dalla Venezia Spiagge e da noi richiesta attraverso il Comune di Venezia. Il “Progetto spiaggia” è in atto da 8 anni.
L’assistenza medica nel carcere è garantita e un bambino disabile, uscito molto recentemente, è stato accompagnato regolarmente per anni, da noi e da altri operatori a fare psicomotricità e della neuropsicomotricista presso l’ospedale Giustinian, al carcere abbastanza vicino.
Ancora, le madri che possono essere libere dalla cura dei figli, mentre gli stessi sono a scuola (noi li portiamo alla scuola dell’infanzia tutti i giorni da 15 anni) se vogliono possono andare a scuola e/o a lavorare. Molti progetti sono stati fatti e saranno fatti presso l’ICAM e davvero mi chiedo se a Milano o a Torino i bambini siano trattati meglio che non a Venezia. Sinceramente non lo credo.
Ciò non toglie che il dolore nell’ICAM sia ben presente e che i bambini tutti non debbano crescere in luoghi dove si soffre per la mancanza di libertà, per la mancanza delle relazioni più care (il padre-marito, i nonni-genitori, gli altri fratelli-figli che sono rimasti all’esterno), per le mille restrizioni e umiliazioni che il carcere implica per le loro madri. Ma allora  è sbagliata la legge 62/2011 che, per non staccare a tre anni i figli dalle madri, ha prolungato fino a sei anni la loro possibilità di permanenza con la mamma negli Istituti a Custodia Attenuata. Nelle intenzioni del legislatore, i bambini non avrebbero dovuto stare in carcere, ma in case famiglia. Però, se il magistrato ritiene che la madre sia socialmente pericolosa, che si deve fare?
A mio avviso, i bambini dovrebbero uscire dal carcere al massimo a tre anni e poi andare a trovare regolarmente la madre reclusa, se la stessa non può finire la carcerazione in esecuzione penale esterna. E’ stato sbagliatissimo decidere che i bambini potevano stare con le madri fino a sei anni e nessun paese europeo prevede simile tempo di indiretta reclusione per i bambini. Ma l’Italia lo fa e non è colpa dell direzione dell’Icam di Venezia, se il carcere o l’Istituto a Custodia attenuata è un luogo dove si soffre.
Le dirò di più: molti bambini che escono dal carcere con la madre e che sono abituati alla scuola dell’infanzia e a tre pasti caldi al giorno in un ambiente pulito, nonché alle uscite con noi di cui le parlavo prima, finiscono spesso per vivere in abitazioni precarie, con le madri che non trovano lavoro e i padri che nel frattempo le hanno abbandonate. Non essendo i loro genitori a posto con i documenti, i bimbi finiscono per perdere la scuola e l’assistenza medica, che non viene erogata senza permesso di soggiorno o certificato di residenza. Anche di queste situazioni ci si dovrebbe seriamente preoccupare, ma la cosa fa meno scandalo.
Mi occupo di tutto questo da anni e appartengo al CRC (Children Right Convention). Se vuole ne possiamo parlare più diffusamente. Se viene a trovarmi in sede, vedrà le pareti tappezzate d foto di bambini che giocano o sguazzano gioiosamente in spiaggia.
La saluto cordialmente, Carla Forcolin

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