Dopo la tragedia di Rebibbia, l’Italia parla dei bambini in carcere.
“La gabbianella” sta organizzando un convegno, che si terrà il 12 ottobre, a Palazzo Cavagnis (Castello 5170), all’interno della manifestazione promossa dal Comune di Venezia – Assessorato Coesione Sociale e Sviluppo Economico, “Dritti sui diritti –bambini e ragazzi crescono in città”.
Il titolo del convegno è “La rete necessaria – come tutelare il diritto ad una crescita armoniosa per i figli dei detenuti e per i bambini che crescono negli ICAM”.
Qui di seguito è possibile trovare i materiali del convegno:
1) il Protocollo d’Intesa – procedure per l’attivazione di forme di accoglienza dei bambini in carcere con la madre, del 29 aprile 2015;
2) la Rinuncia dell’associazione “La gabbianella e altri animali” all’adesione al “Protocollo d’Intesa”, del 9 aprile 2018;
3) l’articolo sul Protocollo e la relativa disdetta “Che cos’è il protocollo d’intesa“, scritto il 20 aprile 2018;
4) la “Convenzione” tra la Direzione della Casa di Reclusione Donne Venezia, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Venezia Treviso e Belluno, l’Associazione “La gabbianella e altri animali”, del 25 marzo 2015;
5) l’articolo “Quanto sta avvenendo nell’ICAM di Venezia”;
6) l’articolo “Il senso del convegno”.
Il convegno ha dimostrato una sostanziale convergenza ed orientamento valoriale tra tutti i relatori intervenuti, mentre, nella parte dedicata alla Tavola rotonda, ha evidenziato a mio parere un iato, una frattura di pensiero, tra le istituzioni che a diverso titolo hanno il dovere di occuparsi di donne e bambini in carcere. Ritengo importantissima l’affermazione che ogni bambino in carcere con la madre è per tale situazione in ogni caso un bambino vulnerabile. E’ proprio per capire il grado di vulnerabilità e di conseguenza il rischio di pregiudizio a cui è esposto che è importantissimo effettuare una accurata analisi della situazione e la predisposizione di un progetto quadro adeguato ai suoi bisogni, tenendo conto ovviamente, se non in conflitto con il suo preminente interesse del volere, dei bisogni, delle necessità della madre. Il Tavolo di lavoro inter istituzionale avviato nel 2012, dall’allora Pubblico Tutore dei minori e Garante dei diritti delle persone sottoposte a restrizione della libertà personale, che è approdato alla sottoscrizione del Protocollo di intesa, aveva evidenziato proprio la necessità di elaborare un progetto individualizzato per ogni singolo nucleo mamma/bambino, che vede protagonisti la madre in primo luogo, tutte le istituzioni che ne hanno competenza ed il volontariato che affianca da anni il Carcere femminile, con pari dignità. Mi è parso di capire invece dagli interventi della direzione del carcere, sia attuale che passata, una non totale condivisione di questo orientamento. Mi ha colpito il fatto che dal 2015 il Tavolo inter istituzionale sia stato convocato solo qualche mese fa senza che fosse effettuato alcun monitoraggio in ben tre anni! Probabilmente se ci fosse stata la possibilità di discussione e un confronto periodico certe visioni diverse sul preminente interesse del minore sarebbero venute a galla e probabilmente ci sarebbe stata la possibilità di elaborare positivamente le divergenze emerse. Sono profondamente convinta del ruolo di mediazione e di facilitazione dei rapporti inter istituzionali del Garante dei diritti delle persona, che ha come mission proprio quella di far dialogare le diverse istituzioni, il volontariato, la comunità più ampia, per rendere più esigibili ed effettivi primariamente i diritti delle persone di minore età. A maggior ragione, in questo caso, facilitato da Un Protocollo di intesa sottoscritto da tutte le istituzioni interessate. Mi auguro lo faccia al più presto.