img_20161126_105621Sabato 26 novembre la scuola “Abate Zanetti” ha aperto le sue porte ad una strana comitiva: i bambini e le famiglie dell’associazione “La gabbianella e altri animali”. Tra di essi, alcuni bimbi che dalle mamme non potevano proprio essere accompagnati. A Murano non è difficile trovare la scuola e appena arrivati siamo stati subito coinvolti in una dimostrazione riguardante il modo in cui si lavora tradizionalmente il vetro a Venezia, da secoli. Innegabile il fascino della dimostrazione per i bambini e anche, e forse soprattutto, per i grandi. Da una palla di materiale infuocato con pochi, abili gesti, compiuti, con l’ausilio di strumenti antichi, dal maestro vetraio, si configura un bel vaso, un simpatico pesciolino, un agile cavallo. Il tutto mentre il fuoco scalda l’ambiente e ci si accorge, nonostante si sia rimasti incantati a guardare il maestro, che si sta sudando con addosso gli abiti invernali.

Accanto al maestro adulto, un ragazzo, per far pensare i bambini che quell’antico mestiere può ancora essere trasmesso e diventare un modo per lavorare e guadagnare qui, in città, oggi, quando anche a Murano la paccottiglia made in Taiwan o in Cina è diffusa ovunque.

L’ “Abate Zanetti” non è solo un luogo di ricerca e produzione del vetro, ma è anche un istituto scolastico superiore e quindi non ignora che si impara facendo e ci si appassiona ad un’arte tentando di “assaggiarla”, per quanto possibile ad un profano. Per questo ha invitato i bambini dell’associazione “La gabbianella” a svolgere un facile compito: disegnare un oggetto semplice su di un foglio della grandezza di un quadratino di vetro, assegnato a ciascuno e poi, sopra il quadratino trasparente, con una polvere di vetro colorata, seguire i contorni del disegno stesso. La piastrella finita, cuocendo ben 10 ore, alla fine uscirà con il disegno colorato di ciascun bambino. Naturalmente, non abbiamo atteso le 10 ore e il recupero delle opere dei bambini ci permetterà di avere un altro incontro con questo Istituto, che ci regalerà le piastrelle, affinché vengano usate per abbellire la sala colloqui di S. Maria Maggiore. Qui gli elaborati dei bambini si uniranno a quelli dei padri detenuti che, nell’ultima fase del progetto biennale “Essere padri in carcere”, finanziato dalla Coop, hanno lavorato proprio con lo scopo di creare oggetti di vetro da regalare ai familiari o da usare come decorazioni per l’ambiente dove incontrano i loro cari.

Ringraziando l’ Istituto Abate Zanetti per quanto ci ha donato, ci auguriamo che la luce colorata e vivace che emana dal vetro aiuti a rendere più sereni o meno difficili gli incontri tra i bambini e i loro papà, da cui dovranno, per poco o tanto tempo, rimanere separati.

Carla Forcolin

 

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