Riportiamo di seguito un articolo apparso su www.redattoresociale.it.
Il ministro della giustizia promette che entro l’anno 34 bambini chiusi in carcere con le loro mamme saranno trasferiti in strutture alternative. “Fine per questa vergogna”. Intanto, a Roma nei prossimi giorni aprirà la prima Casa famiglia protetta per madri detenute in Italia.
ROMA – “Entro il 2015 nessun bambino sarà più detenuto”. Ad affermarlo è il ministro della Giustizia Andrea Orlando che oggi, nel penitenziario di Rebibbia, davanti a otto mamme incarcerate con i loro figli ha promesso “la fine di questa vergogna contro il senso di umanità”. “Non possiamo privare un bambino della libertà, è innocente ma allo stesso tempo ha diritto di vedere sua madre”, ha detto il ministro.
“Abbiamo tre obiettivi da realizzare prima possibile: il primo è la fine della detenzione per questi piccoli, il secondo è quello di rivedere le modalità con cui avvengono i colloqui tra genitori e figli. Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con l’associazione “Bambini senza sbarre” e con il Garante per l’Infanzia per ridefinire l’accoglienza in carcere”.
Secondo i dati del ministero della Giustizia, alla data del 15 luglio 2015 nei penitenziari di tutta Italia c’erano 33 donne che stavano scontando una pena con i loro bambini. Quindici sono state accolte negli Icam, istituto a custodia attenuata per detenute madri, aperti a Milano, Torino e Venezia; le altre 19 sono in carceri normali. Gli Icam sono delle strutture detentive più leggere, istituite in via sperimentale nel 2006 per permettere alle detenute madri che non possono beneficiare di misure alternative di tenere con sé i figli. “Il nostro terzo obiettivo è quello di avviare una campagna contro le patologie tipiche del carcere per evitare di intervenire dopo”, ha continuato Orlando.
Presente alla conferenza anche Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, che ha annunciato l’imminente apertura della prima Casa famiglia protetta a Roma. In questa struttura le donne potranno trascorrere la detenzione domiciliare portando con sé i bambini fino a 10 anni. Non ci sono sbarre, le madri vivono in appartamenti e i loro piccoli sono inseriti nel tessuto della città. Ma, nonostante la legge sia entrata in vigore il primo gennaio del 2014, fino ad oggi non era stata aperta nessuna Case famiglie protette. “Dobbiamo coinvolgere gli enti locali e i privati cittadini per istituirle in tutta Italia, non solo a Roma. Una recente sentenza della Consulta lo ha affermato chiaramente: la detenzione dei bambini è illegale. Il carcere è un luogo estremo come dimostrano gli ultimi due suicidi avvenuti a Regina Coeli a distanza di 24 ore. In quindici anni 868 detenuti si sono tolti la vita e in dieci anni più di 100 agenti penitenziari si sono suicidati. Questa è una macchina che produce solo morte, malattia, psicosi, disperazione”, afferma Manconi. Secondo il senatore: “34 innocenti in carcere sono un oltraggio alla dignità umana”.
D’accordo anche la presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro che nel 2001 ha approvato la prima legge che consentiva alle mamme di usufruire di misure alternative al carcere. “Abbiamo rotto un tabù: quello che vedeva il bambino colpevole solo perché figlio di una detenuta. Adesso dobbiamo puntare sulle Case famiglia protette: è l’unica soluzione possibile. È inaccettabile che ancora non si è trovata una soluzione per questi 34 bambini. E’ un numero talmente basso che non servono neanche molti soldi. Ci sono voluti 14 anni per fare dei passi avanti: in questi anni molti piccoli sono diventati adulti e noi abbiamo una responsabilità nei loro confronti, siamo colpevoli di non aver fatto di più”, ha spiegato Finocchiaro. (Maria Gabriella Lanza)