Ieri è passata al Senato una riforma della legge 184/83, chiesta dall’associazione “La gabbianella e altri animali” fin dalla sua nascita, 16 anni fa. La riforma s’intitola come la prima petizione, che lanciammo nel 2006: “ Diritto alla continuità degli affetti per i bambini in affidamento”. Forse questa volta la legge passerà anche alla Camera e riuscirà a venire licenziata prima della fine della legislatura (la mia prudenza è frutto di esperienza). In tal caso succederà che i bambini, che già vivono in affidamento e si trovano bene là dove vivono, potranno, nel caso siano dichiarati adottabili, rimanere con la famiglia con cui stanno da molto tempo. Invece che essere costretti a cambiarla per andare in adozione presso una famiglia sconosciuta.
E’ in passo in avanti nel senso della civiltà e del rispetto dei diritti dei bambini. Passo che è frutto, tra le altre variabili, della tenacia e della fiducia con cui, negli anni, l’Associazione che presiedo ha continuato a denunciare con libri (ne cito solo uno: “Io non posso proteggerti”) alla radio, sui giornali, alla TV, il dolore terribile e gratuito che la separazione rigida tra l’affido e l’adozione portava con sé. Passo che è frutto della fiducia sulla bontà fondamentale dell’animo umano: è mai possibile che persone in buona fede, come il senatore Giovanardi, vogliano far sentire abbandonati di nuovo i bambini affidati ? E proprio da coloro in cui essi hanno riposto la loro fiducia?
Ma è frutto anche della determinazione della sen. Puglisi, che ha voluto, con la stessa forza della “Gabbianella” , far smettere questo scempio.
Se la legge passerà così com’è, però, rimarranno zone d’ombra sull’applicazione del principio della continuità degli affetti ed esso sarà valido solo per i bambini accolti in affidamento da coppie sposate. Ringrazio il sen. Nitto Palma per avere espresso finalmente il motivo di fondo per cui questa legge non passava mai: secondo lui, se si permette agli affidatari singles di adottare, tra essi potrebbero “annidarsi dei gay”. Sarebbe come permettere l’adozione ai gay. Evidentemente il sen. Nitto Palma ritiene che i gay siano dei perversi e come tali possano essere pedofili. Mentre i padri di famiglia e le coppie sposate dimostrano, per il fatto di essere coniugi, di essere “normali”. Peccato che anche oggi si legga sul giornale la turpe, atroce, storia di un padre (sposato) che ha abusato per un anno del figlio undicenne e poi ha cominciato a “venderlo” ad altri uomini, mentre la madre non si accorgeva di nulla.
Il matrimonio e l’orientamento sessuale non determinano la capacità di entrare in empatia con un bambino, di saperlo trattare bene. Servizi e giudici devono controllare le famiglie che accolgono i bambini una ad una.
I veri problemi nell’applicazione della legge, se passerà, saranno di altro tipo: l’affidamento spesso viene visto con sospetto dagli operatori stessi, che incontrano il rifiuto delle famiglia biologica a renderlo consensuale. Ora che dall’affido si potrà passare all’adozione, molti operatori saranno ancora più cauti e i bambini cresciuti nelle mani di genitori indegni di questo nome (come il padre che vendeva il figlio undicenne) saranno forse ancora di più. La famiglia biologica va aiutata e tutelata, ma quando essa è dannosa per il figlio, questi, che ne è il soggetto più debole, va protetto con forza.
Tutto in questo campo è delicato e non esistono regole valide sempre e per tutti: ci vuole grande saggezza e grande assistenza alle famiglie fragili. Ci vogliono Servizi Sociali attenti e validi, capaci di dialogare con tutti, anche con le associazioni di famiglie, come prevede la legge. Ci vuole apertura mentale.
Comunque, con grande fatica, si procede nel verso giusto. Attendiamo il prossimo passo!
Carla Forcolin