La tutela dei legami affettivi dei bambini più sfortunati è stata il faro di tutte le attività svolte dalla Gabbianella, nata con la pubblicazione del libro “Il gabbianello Marco e altri animali”, dove appunto si narrava il doloroso distacco tra un bambino e la persona che se n’era presa cura, che non avrebbe potuto adottarlo in quanto divorziata. In particolare si è sempre cercato di garantire il diritto alla continuità degli affetti per i bambini in affidamento. Nel 2007 fu lanciata la prima petizione cartacea su questo diritto, il cui titolo era: “Diritto alla continuità degli affetti per i bambini in affidamento”. L’On. veneziana Luana Zanella (Verdi) presentò un progetto di legge, che fu calendarizzato, ma il governo Prodi cadde prima che il progetto venisse discusso.
Il 9 Febbraio 2010, “La gabbianella” lanciò una seconda petizione on-line dal titolo “Diritto ai sentimenti per i bambini in affidamento”. In essa si chiedeva che venisse inserito nella legge che regolamenta l’adozione e l’affidamento (L.184/83, come modificata dalla legge 149/01), il seguente testo:
“Qualora l’affidamento di un minore si risolva con una dichiarazione di adottabilità, a causa del mancato recupero della famiglia d’origine, vanno protetti i rapporti instauratisi nel frattempo tra affidato/a e membri della famiglia affidataria. Va quindi favorita la permanenza del bambino nella famiglia in cui egli già si trova; ove ciò non sia possibile, va comunque tutelato il mantenimento di un rapporto affettivo con la famiglia affidataria, nelle forme e nei modi ritenuti più opportuni dagli operatori, dopo aver ascoltato la famiglia affidataria stessa e la futura famiglia adottiva.”
Lo scopo dell’iniziativa era quello di evitare ai bambini/ragazzi in affidamento, che già erano stati staccati dalla propria madre, un ulteriore cambiamento di famiglia, come spesso succede, a causa di un’ interpretazione della legge dannosa per i bambini stessi. La tutela dei legami affettivi sani dei minori, soprattutto piccolissimi, deve essere garantita senza ambiguità. Molti tribunali già lo fanno, alcuni no. La Gabbianella ha lanciato la petizione “Diritto ai sentimenti per i bambini in affidamento” perché la legge sia chiara ed uniformemente interpretata.
Nel Maggio del 2010, dopo un convegno in Senato nel quale ci furono momenti di intensa commozione per le testimonianze che lì furono portate, arrivammo a consegnare migliaia di firme raccolte on line al dott. Solia, che rappresentava il Presidente della Camera, G.Fini. La petizione fu consegnata alla II Commissione Giustizia della Camera.
L’on. Salvatore Vassallo (PD) che aveva partecipato al convegno e letto già prima con attenzione il libro “Io non posso proteggerti”, fatto con le storie nostre e dei “nostri” bambini, presentò una proposta di legge, che raccoglieva l’esigenza di permettere la continuità degli affetti dei bambini che venivano dichiarati adottabili nel corso di un affidamento Di lì a poco anche l’on. Elvira Savino (PdL) presentava una proposta di legge analoga.
Ma le proposte di legge devono essere calendarizzate tra i lavori della Commissione per essere discusse. Era in vigore il governo Berlusconi e tra il maggio 2010 e il maggio 2011 la Commissione Giustizia aveva sempre altre priorità. Comunque, la determinazione nostra e dei deputati che avevano abbracciato la nostra causa sembrò poter portare nella primavera successiva ad un’apertura a questi temi, tanto che “La gabbianella” invitò a Palazzo Cavagnis, in una tavola rotonda, i deputati, le associazioni, i giudici che avevano firmato la petizione, per valutare insieme le conseguenze del passaggio di un’eventuale riforma e per giungere ad un testo unitario, convinti che le separazioni partitiche in certi ambiti siano del tutto inutili. In quell’occasione si giunse a costruire insieme una vera proposta di riforma, da offrire ai nostri politici. La proposta era frutto di riflessione e di esperienze provenienti da diversi fronti: quello associazionistico, quello giudiziario, quello dei Servizi…
Quando, sapendo che il relatore della legge era l’on. Sisto, il documento gli fu mandato, si pensò di facilitargli il lavoro. Ma di quella proposta non si parlò più, mentre era una bella proposta (clicca qui per vedere il testo della proposta). Erano già giunte invece alla Commissione varie altre proposte, tra cui quella dell’on. Lupi che, prendendo spunto dal nostro lavoro, presentava di fatto una riforma per cui si privatizzavano in grande misura compiti tradizionalmente dei Servizi Sociali. Ci fu una levata di scudi da parte di molti, compresa “La gabbianella”, ma il vero problema era quello di trovare tempo per discutere davvero delle proposte.
Quando si arrivò alla discussione, due parlamentari PD chiesero che prima di votare sulle proposte presenti ci fossero le audizioni. Richiesta teoricamente lecita e corretta, ma le audizioni non ci furono perché la disponibilità a ragionare sui problemi di affidamento e adozione durò un battito di ciglia e la Commissione Giustizia fu di nuovo subissata da altri argomenti “caldi” in quei giorni e che interessavano più l’allora Presidente del consiglio che i genitori adottivi.
Poi cadde il governo Berlusconi, arrivo il governo Monti e dovemmo di nuovo rendere attuale la petizione: contatti con Ministri, libri di nuovo spediti, trasmissioni radiofoniche, articoli… Poi di nuovo il tema dei bambini contesi diventa di attualità con il bimbo di Cittadella, se ne occupano intellettuali e giornalisti come Gian Antonio Stella, che già aveva nel passato sostenuto la petizione con l’articolo dal titolo ben significativo di “Genitori usa e getta”. Clicca qui per vedere l’articolo di Gian Antonio Stella.
Infine l’on. Sisto, con i colleghi Vassallo e Savino, partecipò alla trasmissione “Codice a barre” di Elsa Di Gati, dicendo però che i due schieramenti di Destra e Sinistra erano divisi sulla proposta per via dell’adozione ai singles, che la proposta dell’on. Vassallo avrebbe finito per permettere. Dopo le precisazioni di Vassallo e perfino della collega Savino, l’on. Sisto infine concluse dicendo che se non era in discussione quel punto si sarebbe potuto fare la legge i giorni immediatamente seguenti.
La Presidente della Gabbianella, venne chiamata per l’audizione parlamentare a Roma il 4 dicembre (il 5 aveva in programma l’inaugurazione della mostra “Condividere la gioia” sul progetto “Capanna Solidale”), assieme a Lucrezia Mollica. I vari esperti invitati ribadirono i temi a cui tradizionalmente erano affezionati, ma gran parte del tempo venne occupato dai primi interventi, tra cui quello della presidente del T. M. di Roma, Melita Cavallo, che sembrò temere l’aggiramento della legge 184/83. Tutti concordarono però con il principio per cui era (ed è) necessario garantire ai bambini in affidamento continuità d’affetti e questo era il cuore della petizione. Sembrava si potesse procedere e l’on. Sisto ci salutò contento.
Il 7 dicembre l’on. Alfano alla Camera dichiarò concluso il sostegno al governo Monti da parte del PdL. Il presidente del Consiglio Monti ne dedusse che il tempo per governare con adeguato sostegno era finito. “La gabbianella” chiese ai Parlamentari che ne sarebbe stato della legge ed essi risposero che il giorno 12/12/2012 forse la si sarebbe potuta approvare in sede legislativa, ma la discussione della legge non ci fu più, a causa dei “troppi emendamenti”, così disse l’on. Sisto.
Sembrava che il lavoro svolto avesse solo dato un contributo culturale a giudici, politici, associazioni del settore ed infatti il “Tavolo per l’affido” lo fece in gran parte suo, ma continuavano i “casi” disperati, non tutti erano stati toccati da una nuova coscienza. Mancava (e manca) una legge capace di uniformare al principio del rispetto della continuità degli affetti le scelte per i bambini in affidamento.
Ma la senatrice Francesca Puglisi (PD), che aveva collaborato in passato con Anna Serafini, decise di farsi carico di nuovo della presentazione di una legge che riprendesse le tematiche della petizione lanciata dalla Gabbianella e nacque così il disegno di legge n. 1209, di cui oggi è relatrice la sen. veneta Rosanna Filippin.
Il DDL 1209 venne licenziato dalla Commissione Giustizia con un testo apprezzabile, ma che fa una netta discriminazione tra i bambini posti in affidamento presso coppie sposate e quelli posti in affidamento presso singles o coppie di fatto: i primi possono essere adottati secondo adozione legittimante, i secondi solo attraverso l’art. 44 lettera C (in quanto la lettera A viene di fatto “svuotata” dal riferimento ai bambini orfani di padre e di madre, che quasi non esistono più). L’ingiusta distinzione tra bambino e bambino viene segnalata dalla nostra associazione e fortemente voluta da altre, da sempre timorose che possano adottare anche i singles. La sen. Puglisi vorrebbe cancellarla, ma si rende conto che questo renderebbe molto difficile il passaggio della legge e ritira il suo emendamento, volto a cancellare il riferimento all’art. 6 della legge 184/83. A questo punto la legge passa in Senato, dopo vivace discussione, il giorno 11/3/2015. Nella sua dichiarazione finale la sen. Francesca Puglisi, commossa, ricorda in aula il lavoro di continua denuncia, circa il male che veniva fatto ai bambini, attuato dalla “Gabbianella”. Ora attendiamo che la legge passi alla Camera.