Dal 2010 “La gabbianella”, prima con i finanziamenti del CSV, poi con finanziamenti del Ministero dei Giustizia e successivamente autofinanziandosi, ha organizzato il laboratorio di taglio e cucito elementare “Ricuciamo”.
All’origine del progetto c’è la consapevolezza dei benefici conseguibili praticando il taglio e cucito sotto gli aspetti relazionali e psicologici e insieme l’aspirazione a introdurre le donne, che ne fossero interessate, ad alcuni aspetti di un mestiere che è possibile svolgere in proprio e di cui c’è sempre più richiesta.
Alle varie edizioni del progetto hanno partecipato con costanza donne di diverse età, nazionalità ed etnie, alcune delle quali tossicodipendenti o con problematiche psicologiche e comportamentali. La frequenza è stata molto alta e continuativa. Alcune detenute che hanno frequentato il “Ricuciamo” sono state inserite nel laboratorio di sartoria della cooperativa Il Cerchio. Questo inserimento è stato per loro positivo: potendo lavorare tutti i giorni con continuità, hanno confezionato capi di abbigliamento e acquisito una buona manualità.
Gli incontri sono stati intensi e produttivi sia sul piano individuale, per l’applicazione e la concentrazione da parte di tutte le partecipanti, sia su quello interpersonale, per la collaborazione, lo scambio di conoscenze e il dialogo instauratosi. Tutte le partecipanti hanno usato/imparato ad usare le macchine da cucire e hanno confezionato oggetti in stoffa (pannelli porta-oggetto da appendere al letto, borse, astucci, tende, gadget) che hanno tenuto per sé o donato.
Progetto “Damine”
Dal 2014 “La gabbianella” ha iniziato una collaborazione con l’hotel Ca’Sagredo di Venezia, per il quale ha confezionato alcune “damine”: si tratta di graziose bamboline vestite con i tessuti Fortuny, che l’azienda ha gentilmente offerto per questo progetto. L’hotel Ca’Sagredo ha “dedicato” un cestino alle damine presso la propria reception e gli molti degli ospiti dell’albergo hanno “adottato” una bambolina. Grazie a queste offerte il progetto si è completamente autofinanziato; inoltre, per la prima volta, le detenute hanno guadagnato qualcosa grazie al loro lavoro, sentendosi ancor più motivate a frequentare il corso.