In sintesi
“La Gabbianella e altri animali” è un’associazione per la promozione sociale attiva da 22 anni sul territorio della città di Venezia. Nasce nel 1999, per occuparsi di adozione e affidamento, reperendo, formando e sostenendo genitori adottivi e affidatari e accogliendo bambini dentro alle case dei membri stessi dell’associazione.
Nello stesso periodo, sensibilizza operatori e politici sul tema del rispetto della continuità degli affetti per i bambini in affidamento. In merito, si ricordano in particolare le tre pubblicazioni “I figli che aspettano”, Feltrinelli Ed.; “Io non posso proteggerti”, F. Angeli Ed.; “Mamma non mamma”, Marsilio Ed. Dopo più di un decennio di pubblicazioni, trasmissioni radiofoniche e televisive, scambi con politici sensibili, riesce ad ottenere che venga proposta dall’allora senatrice Francesca Pugliesi – e poi approvata dall’intero Parlamento – la legge 173/2015 “Circa il diritto dei bambini alla continuità degli affetti”.
Mentre svolge queste attività, l’Associazione comincia, quasi per caso, ad aiutare il Comune ad accompagnare i figli delle detenute del carcere femminile della Giudecca all’asilo nido, nel 2003. Da allora, comincia un lavoro fittissimo con le madri detenute e i loro figli che vengono accompagnati al nido e poi alla scuola materna, in piscina, in gita nel territorio, a spasso nei fine settimana, e, durante l’estate, in spiaggia al Lido. Il tutto perché possano conoscere il mondo esterno e crescere il più possibile normalmente. Contemporaneamente, vengono organizzati dei progetti di educazione alla genitorialità per le madri e per i padri, finanziati dalla Regione Veneto (ad esempio, “Essere madri in carcere”, che si svolgerà contemporaneamente al progetto analogo del carcere circondariale maschile di Santa Maria Maggiore “Essere padri in carcere”).
Il fitto lavoro culturale, svolto soprattutto il collaborazione con lo IUSVE (Istituto Universitario Salesiano di Venezia), viene sintetizzato nelle pubblicazioni “Mamme dentro” e “Uscire dal carcere a sei anni”.
Nel 2019, l’associazione smette di seguire i bambini dell’ICAM, ma continua il proprio impegno a Santa Maria Maggiore, con il progetto “Lavorare per i propri figli”. Qui cerca di dare una formazione lavorativa ai detenuti, attraverso il coinvolgimento di un architetto e di artigiani che li aiutino a restaurare il chiostro della Casa Circondariale, perché vi possano accogliere i figli durante le visite.
Sul territorio, invece, nel 2020, coinvolge in progetti sul tema della pace e della migrazione i ragazzi dell’Istituto Dante Alighieri e Vendramin Corner, con l’obiettivo di favorire la loro conoscenza delle cause delle guerre e delle migrazioni in corso.
Con l’inizio dell’emergenza Covid, lo sguardo sul territorio e la vocazione educativa dell’Associazione portano al progetto “Cura della prima infanzia contro la povertà educativa in tempo di Covid”, finanziato dalla Regione Veneto. Questo progetto viene avviato nel gennaio 2021, assieme all’altro, dal titolo “Il carcere alla prova dei bambini”, nel quale La Gabbianella è partner di “Bambini Senza Sbarre”. Entrambi i progetti si prefiggono l’obiettivo di integrare bambini in difficoltà nel tessuto sociale fin dalla prima infanzia, per evitarne forme di disadattamento e perfino di eventuale delinquenza. Per tutto il 2021 il lavoro dell’Associazione è concentrato su questi due progetti, che coinvolgono una trentina di bambini. Questi bambini sono supportati nel percorso educativo, e accompagnati in momenti ricreativi e culturali, come la ormai tradizionale “capanna solidale” alla spiaggia di San Nicoletto, al Lido.
Più diffusamente
Adozione e affidamento
“La gabbianella” si è costituita come associazione per correggere alcuni aspetti anacronistici della legge 184/83 e ha contribuito alla nascita della legge 149/01. Infatti, attraverso il suo primo libro “Il gabbianello Marco ed altri animali”, ha fatto conoscere ai parlamentari di allora due punti particolarmente controversi della legge 184/83 : l’impossibilità di adottare dei bambini sotto i dieci anni per donne giovani che avevano mariti di dieci anni (o più) più vecchi, l’impossibilità di adottare per donne sole, anche se avevano avuto dei rapporti significativi d’affetto con dei bambini. In realtà non era tanto la legge 184/83 l’ostacolo a “liberare” i bambini dagli istituti in cui allora si trovavano in numero altissimo (circa 25.000) i bambini italiani, quanto il modo in cui la legge era attuata dal sistema dei tribunali e dei servizi. Burocrazia, lentezze, incertezze da parte di questo sistema e vantaggi per il mondo delle strutture per i minori, che ricevevano rette tali da permettere loro di vivere e fare assunzioni, se necessario.
Bambini senza famiglia da una parte, aspiranti genitori adottivi dall’altra, in mezzo i nostri istituti, che mantenevano potere ed avevano le rette per curare dei bambini che crescevano di fatto orfani. Bambini non adottabili in molti casi, ma “solo” affidabili, perché avevano moncherini di famiglia da qualche parte. Tutto ciò e molto altro c’era scritto nel libro “I figli che aspettano” ed. Feltrinelli, che fu pubblicato nel 2001 e vendette 6.000 copie.
L’Associazione cercò di monitorare come la legge 149/01 veniva attuata ed organizzò dei convegni a tale scopo, ma poi si stancò di ripetere che la legge non veniva attuata nei suoi aspetti più significativi (ad esempio non venne mai fatta la banca dati dei minori adottabili e degli adulti disponibili all’adozione) e cominciò a cercare possibilità concrete di aiutare i bambini senza famiglia: cominciò a reperire risorse per l’affidamento.
Prese avvio così il progetto “Cerco Nido”, uno dei primi progetti pensati dalla Gabbianella per promuovere l’istituto dell’affido. “La gabbianella” si occupò di reperire nel tessuto sociale di Venezia e dintorni delle famiglie e singole persone disponibili ad accogliere in affidamento dei bambini e ragazzi nelle proprie case e ad accompagnarli nella loro crescita. Esse venivano guidate in un percorso introspettivo da due professioniste, Paola Sartori Ruggenini e Ketty Queirolo Conte, che aiutavano famiglie, singles e persone a capire i limiti reali della loro disponibilità nei confronti dell’accoglienza e della cura di bambini da prendere in affidamento.Le persone di volta in volta formate si offrivano poi al vaglio dei Servizi Sociali del Comune, che decideva se circa la loro idoneità e circa l’abbinamento con un eventuale minore d’età. Nacquero così i nostri primi affidamenti: quello di una ragazzina già diciassettenne in una famiglia composta dai genitori e tre figli; quello di una singles con de gemellini, che uscivano dal carcere; quello di un uomo solo, che accolse un ragazzino straniero non accompagnato; ecc..
Nel corso degli affidamenti gli affidatari nel “Cerco Nido” trovavano sostegno psicologico e aiuto concreto, per esempio nell’avere l’aiuto di amici in caso di bisogno. In un certo senso anticipammo la “Solidarietà familiare” ai nostri stessi soci, a cui abbiamo dato in più quell’elemento di amicizia che non sempre nasce spontaneamente in una prassi istituzionalizzata. Per saperne di più sul Progetto Cerco Nido leggi l’articolo del 2005
Collaborazione con il CASF
Quando i Servizi Sociali del Comune si misero a costruire i gruppi come aveva fatto già “La gabbianella”, il nostro gruppo cominciò a calare numericamente: infatti chi frequentava i gruppi del Comune aveva maggiori possibilità di conoscere chi gli avrebbe dato poi dei ragazzini in affidamento. L’Associazione preferì così collaborare per alcuni anni con il Comune, sia portando testimonianze, sia offrendo l’esperienza delle psicologhe che avevano lavorato per “La gabbianella”, poi ci furono gli ultimi affidamenti dell’associazione, che furono in realtà, tutti affidamenti ai Servizi Sociali e non a famiglie.
L’Associazione fu esclusa da qualsiasi forma di sostegno nei confronti delle famiglie che pur aveva offerto al Comune perché potessero aiutare le mamme del carcere a porre in famiglia i propri figli in attesa che esse finissero la pena. Il modo in cui questi affidamenti si conclusero fu davvero triste, soprattutto in un caso in cui una bimba fu rimandata presso la famiglia d’origine che dimostrava di rifiutare in tutti i modi.
Infine “La gabbianella” non poté proteggere in nessun modo anche l’ultima bambina che si trovava collocata presso una delle proprie famiglie: dopo due anni di affidamento la piccola XY fu costretta ad andare in casa famiglia e dopo in un nuovo affidamento da false opinioni circa il rapporto che avrebbe avuto con i familiari, troppo propensi a tutelare suo fratello a suo danno, secondo l’Assistente Sociale che seguiva il caso. La famiglia non poté far sentire la propria voce in tribunale: era solo “collocataria”.
Attualmente “La gabbianella” si occupa di solidarietà familiare, offrendo aiuto le famiglie in difficoltà, come quelle composte da madri singles o da nonni che crescono i nipotini, pur essendo avanti con gli anni, di far crescere con maggior serenità i loro bambini.
Finché le leggi di questo paese non tuteleranno gli affidatari e soprattutto gli affidati un po’ meglio, l’Associazione si rifiuterà di avviare altri affidamenti a tempo pieno, mentre sarà disponibile per affidamenti diurni e forme di solidarietà familiare.
Nel frattempo non demorde dal tentativo di far modificare la legge attuale.
Il convegno sull’affidamento ai Servizi Sociali, tenutosi a Roma il giorno 29/5/2014 a cura dei Garanti del Veneto e dell’Emilia Romagna, dove sono stati esposti i risultati di una ricerca sull’affidamento ai Servizi Sociali in quattro regioni, ha portato alla luce tutte le contraddizioni che caratterizzano questa modalità di fare affidamenti, ai limiti dell’illegalità
Le attività nel carcere
2003/2004 Carla Forcolin indica al Comune di Venezia una persona di fiducia perché il Comune possa accompagnare due gemelli provenienti dal nido del carcere all’asilo nido.
Agosto 2004 – comincia la collaborazione con l’Uepe per trovare una famiglia affidataria per i gemellini stessi che stanno per compiere 3 anni.
24/9/04 Carla Forcolin accoglie personalmente i bambini e li accompagna due volte a settimana dalla mamma detenuta.
Ottobre 2004 – la Gabbianella comincia a portare all’asilo un altro bambino, a cui fa anche curare i denti.
2004/5 comincia l’accompagnamento regolare dei bambini al nido, in collaborazione con la Municipalità di Venezia, che ne finanzia gli accompagnatori.
Gennaio 2007 – Pubblicazione del libro di Carla Forcolin “Mamma non mamma. Storia dell’affido di due gemellini a una single”, ed. Marsilio, Venezia.
2007/10 – Progetto educativo finanziato dalla Regione Veneto, comprendente:
– la costruzione del pannello “La fattoria in primavera”, che ha rallegrato una parete del nido, fatto dalle detenute;
– educazione alimentare con la raccolta delle ricette della tradizione dei paesi delle detenute;
– sostegno psicologico alle mamme da parte di due psicologhe (Eleonora Ruggenini e Francesca Emili) in collaborazione con la pediatra Feroldi e poi con il pediatra Donzelli.
Estate 2009 – comincia il “Progetto spiaggia”: grazie ad un finanziamento del CSV vengono portati per la prima volta i bambini del carcere in spiaggia per tutta l’estate.
Da allora il progetto non si è più interrotto, ad eccezione dell’estate 2015 quando nell’ICAM era presente un solo bambino.
Agosto 2009 – Durante il primo “Progetto spiaggia” si comincia a sentire la necessità di formare in maniera più sistematica i volontari e questo lavoro non si è mai interrotto. Gli incontri di formazione dei volontari si sono attuati nel tempo in vari modi, talvolta coinvolgendo anche la Direzione del carcere, dell’UEPE e del Comune.
Attualmente consistono in incontri mensili con le volontarie e le stagiste delle Università di Ca’Foscari, Iusve e Università di Padova.
Settembre 2009 – Presentazione del libro di Carla Forcolin “Io non posso proteggerti”, ed. F.Angeli, insieme alla direttrice della Casa di reclusione della Giudecca, Gabriella Straffi, all’interno della Mostra del Cinema, progetto Papillon (spazio eventi).
Ottobre 2009 – firma del Protocollo d’intesa con la Municipalità di Venezia (all.1), per un finanziamento stabile e finalizzato all’accompagnamento dei bambini all’asilo nido comunale. Attraverso un controllo incrociato Carcere-Municipalità venivano conteggiati e pagati gli accompagnamenti. Era previsto un anticipo ad inizio anno scolastico ed un conguaglio sulla base di dati reali.
2010 – inizio del progetto “Ricuciamo”, finalizzato a dare alle madri detenute una sorta di formazione professionale, oltre che ad intrattenerle in maniera piacevole (il laboratorio era tra i preferiti dalle detenute). Il progetto, iniziato nel 2010, è stato riproposto ciclicamente fino al 2016 quando si è deciso di non continuarlo per mancanza di fondi.
Dicembre 2010 – La Municipalità dà formale disdetta al Protocollo d’intesa (all.2) e lascia l’Associazione senza finanziamenti. La Gabbianella comincia l’autofinanziamento attraverso una lotteria e, negli anni successivi, con la distribuzione dei calendari su temi riguardanti la vita dell’Associazione.
Ottobre 2011 – Tre bambini provenienti dal nido dal carcere vengono posti in affidamento presso famiglie dell’Associazione.
7 giugno 2012 – Primo incontro interistituzionale, presso il Tribunale dei Minorenni, nato dalla lettera (all.3) finalizzata a non espellere, se pur in modo indiretto, i bambini cresciuti in carcere dal nostro paese. Comincia il lavoro interistituzionale (all.4).
Dicembre 2012 – mostra fotografica sul progetto “Capanna solidale 2012, dal titolo “Condividere la gioia”, presso la biblioteca CFZ – Ca’ Foscari Zattere– Venezia
Ottobre 2013 – Evento dal titolo “Bambini bianchi, bambini colorati”, organizzato all’interno della Casa di Reclusione della Giudecca, all’interno della rassegna organizzata dalla Direzione Politiche Sociali del Comune di Venezia “Dritti sui diritti”.
Dicembre 2013 – “Ampi orizzonti”, mostra fotografica, allestita all’interno dell’ICAM di Venezia, con le fotografie dei bambini in spiaggia, per metterla a disposizione delle detenute.
Febbraio – marzo 2014 “Progetto piscina” tutte le domeniche i bambini vengono accompagnati presso la piscina di Sacca Fisola per seguire un corso di nuoto.
Marzo 2014 – Comincia il progetto, finanziato dalla Regione Veneto “Crescere in carcere serenamente”, che prevede:
– l’accompagnamento dei bambini all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia;
– il “Progetto spiaggia”;
– le uscite nel finesettimana;
– un laboratorio di musicalità, con il metodo Gordon, gestito da Veronica Canale;
– il laboratorio di “Gioco/Lettura”, gestito dalla maestra Donata Siniscalchi;
– uscite fine settimana;
– accompagnamento di alcuni bambini a parenti che vivono all’esterno e in particolare di un bambino presso il padre detenuto a Padova.
16/6/2014 – Organizzazione, assieme al Pubblico Tutore dei minori e Garante delle persone ristrette nella libertà personale della Regione del Veneto, di un convegno dal titolo “Essere genitori in carcere”, svoltosi presso l’hotel Ca’Sagredo.
Ottobre 2014 – Evento dal titolo “Come bambini e ragazzi diventano cittadini”, organizzato all’interno della Casa di Reclusione della Giudecca, all’interno della rassegna organizzata dalla Direzione Politiche Sociali del Comune di Venezia “Dritti sui diritti”, in collaborazione con Tiziano Scarpa.
Ottobre 2014 – Articolo dal titolo “Divenire ponte tra il dentro e il fuori del carcere per i bambini che devono crescere in un istituto di pena” di Carla Forcolin, che illustra le attività svolte dalla Gabbianella negli ultimi dieci anni con i bambini e le mamme del Carcere femminile della Giudecca, pubblicato sul terzo fascicolo della rivista Minorigiustizia del 2014, da titolo “Le declinazioni dell’essere genitore nelle nuove famiglie nelle diverse culture”.
Aprile 2015 – Progetto finanziato dalla Regione Veneto “Essere madri in carcere”. Esso prevede quanto segue:
– la preparazione delle mamme ai colloqui con i figli che vivono all’esterno. I figli sono stati accolti con pranzi cucinati attraverso l’attuazione del laboratorio di cucina “Dall’orto al piatto” (un’operatrice cucinava con loro e le aiutava durante i colloqui);
– la preparazione le mamme ai colloqui con i figli, inventando storie allo scopo di farne copioni e rappresentazioni di teatro dei burattini all.5;
– insegnare alle mamme a confezionare i burattini nel laboratorio “Ricuciamo”;
– riflettere in gruppo con uno psicologo della Gabbianella (Christopher Kleinselbeck) ed una psicologa del carcere (Marina Zoppello) sugli incontri e sui colloqui da effettuare e già effettuati, con la supervisione del prof. Magrini (psicoterapeuta – Università IUSVE).
– aiutare le famiglie ad acquistare biglietti ferroviari on-line (cioè a costi dimezzati) e ad arrivare nell’isola gratis, grazie ad Alilaguna.
Marzo 2015 – Firma della “Convenzione” tra Gabbianella – Carcere e UEPE. (all.6)
Aprile 2015 – firma del “Protocollo d’intesa” circa le procedure per l’attivazione di forme di accoglienza dei bambini in carcere con la madre (all.7).
Il protocollo è frutto di un accordo tra: Pubblico Tutore dei Minori della Regione Veneto e Garante delle persone ristrette nella libertà personale, Ministero della Giustizia (rappresentato attraverso la Direzione della Casa di Reclusione Femminile di Venezia e la Direzione dell’Ufficio di Esecuzione penale Esterna – U.E.P.E.), Questura di Venezia, Comune di Venezia, Centro per l’affido e la Solidarietà Familiare della Conferenza dei sindaci dei Comuni di Cavallino Treporti – Marcon – Quarto D’Altino – Venezia, Procura della Repubblica, Tribunale per i minorenni di Venezia, Associazione “La gabbianella e altri animali”.
Dal 2015 l’associazione comincia anche una collaborazione con la Casa Circondariale di Santa Maria Maggiore attraverso il progetto “Essere padri in carcere”, finanziato da COOP Adriatica e, successivamente, attraverso il progetto, “Lavorare per i propri figli”, finalizzato all’apertura del chiostro di S.M. Maggiore ai figli dei detenuti e alla formazione professionale dei padri.
Febbraio 2016 – Inizia la collaborazione con le Università di Ca’Foscari, Università di Padova e IUSVE attraverso stage e tirocini con i loro studenti.
Marzo 2016 –Presentazione del libro di Carla Forcolin “Mamme dentro”, ed. F. Angeli, organizzato presso Palazzo Cavagnis – Castello 5170.
“Mamme dentro” racconta dodici anni di volontariato con i figli delle detenute nel carcere femminile della Giudecca, il passaggio dai vecchi “nidi” agli ICAM, i molteplici problemi da risolvere nel contatto con questa infanzia sofferente, reclusa ed insieme innocente.
Marzo 2016 – Servizio trasmesso da Rai 3, sui contenuti del libro “Mamme dentro”.
Aprile 2016 – Presentazione del libro di Carla Forcolin “Mamme dentro”, ed. F. Angeli, presso la biblioteca del Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova e presso la sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, Roma.
Ottobre 2016 – Presentazione del libro di Carla Forcolin “Mamme dentro”, ed. F. Angeli, presso “Officina del gusto”, all’interno della rassegna organizzata dalla Direzione Politiche Sociali del Comune di Venezia “Dritti sui diritti”.
Luglio 2016 – Presentazione del libro di Carla Forcolin “Mamme dentro”, ed. F. Angeli, presso a Biblioteca di Cavalese, con l’ex Garante dei diritti alla persona dell’Emilia Romagna, Luigi Fadiga, giudice minorile in pensione.
Dicembre 2016 – Presentazione del libro di Carla Forcolin “Mamme dentro”, ed. F.Angeli, presso la libreria Utopia di Milano, insieme all’ex sindaco Giuliano Pisapia.
Febbraio 2017 – Giochi, filastrocche e canzoni per tutti i bambini all’interno dell’ICAM da parte della maestra Vanna Purisiol, il sabato mattina.
Ottobre 2017 – Convegno dal titolo “Bambini come gli altri – Anche i figli delle detenute hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art. 3 Costituz. It)”, organizzato presso la Foresteria Valdese di Venezia, Palazzo Cavagnis, all’interno della rassegna organizzata dalla Direzione Politiche Sociali del Comune di Venezia “Dritti sui diritti”.
Aprile 2018 – L’Associazione manda a tutti i membri del Tavolo Interistituzionale la disdetta dal “Protocollo d’intesa”, in quanto i suoi contenuti non sono mai stati applicati. Si riferisce in particolare alla formazione del gruppo di lavoro che avrebbe far applicare e monitorare il Protocollo e alla mancata attuazione di progetti individualizzati per i bambini e sottoscritti dalle madri.
Attualmente continua ad accompagnare quattro bambini all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia, un bambino a cure mediche specialistiche con frequenza bisettimanale e tutti i bambini dell’ICAM all’esterno di domenica. Domenica spesso i bambini sono “invitati a pranzo” da famiglie amiche.
L’Associazione rimane nel carcere, sia pure con sempre maggiore difficoltà, fino al 18 novembre 2019, quando esprime la propria rinuncia all’appartenenza al Protocollo di Intesa.
Dopo il carcere
Nel novembre 2019 l’Associazione smette di accompagnare l’unico bambino rimasto nell’ICAM alla scuola materna, confidando nel lavoro della puericultrice. L’Associazione “La Misericordia” viene designata in un nuovo Protocollo, stipulato con la determinante collaborazione della garante Mirella Gallinaro (succeduta ad Aurea Dissegna), come sostitutrice della Gabbianella in favore dei bambini dell’ICAM.
La Gabbianella continua invece il proprio lavoro presso la casa circondariale di Santa Maria Maggiore, con la continuazione del progetto “Lavorare per i proprio figli”, con il quale viene restaurato e restituito alla Direzione lo spazio aperto del chiostro dell’ex convento di Santa Maria Maggiore, perché venga utilizzato come luogo di incontro tra i padri detenuti e i loro figli.
La Regione Veneto offre all’Associazione la possibilità di continuare il suo lavoro presso la casa circondariale maschile. La Gabbianella vorrebbe continuare a formare capacità lavorative artigianali con i detenuti, affinché possano spenderle fuori, a fine pena. La Direzione però accetta solamente “un lavoro interiore” per i detenuti, e quindi si avvia un laboratorio teatrale con Michalis Traitsis. In contemporanea, una nostra operatrice – psicologa si offre, durante i colloqui tra detenuti e famigliari, per intrattenere, su richiesta del padre, i bambini in sala colloqui, mentre i genitori parlano di “cose da adulti”.
Mentre il lavoro in carcere si riduce, l’associazione riprende a guardare al territorio e attua il bando regionale “Veneto Terra di Pace”, coinvolgendo i bambini dell’Istituto Comprensivo veneziano “Dante Alighieri” in una seria conoscenza e riflessione sulla guerra, in cui si paragona la Prima Guerra Mondiale con guerre in atto ai nostri giorni. Viene coinvolta una reporter di guerra, Barbara Schiavulli, e il progetto dà vita ad un giornalino fatto dai ragazzi, con l’aiuto dei loro insegnanti.
Nel 2020 si continua il lavoro nella scuola con il progetto “Viaggi Diversi”, dove minori veneziani ipotizzano un viaggio per arrivare in un paese di provenienza dei minori stranieri. Gli alunni italiani incontrano un gruppo di minori stranieri non accompagnati ospite in una struttura, verificano l’esperienza reale con quella immaginaria e programmano una gita insieme, per conoscersi meglio. Il tutto è volto all’integrazione nel nostro territorio. La conclusione del progetto, che prevede una gita finale, risente dell’inizio della pandemia e non viene attuata come da previsione originaria.
L’esperienza dei ragazzi italiani è comunque significativa ed alcuni di essi decidono spontaneamente di incontrarsi per un momento ricreativo extra-scolastico con dei coetanei stranieri.
Durante il lockdown le attività dell’Associazione hanno un momento di stasi, durante il quale viene scritto e successivamente pubblicato da Franco Angeli il libro “Uscire dal carcere a sei anni – i figli delle detenute tra diritti che configgono: stare con la madre o essere liberi”. Il volume sarà poi presentato virtualmente con il sostegno dell’Ateneo Veneto e successivamente dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE). Nel libro sono contenute le proposte per i figli delle detenute che l’Associazione offre al legislatore, sulla base di 16 anni di lavoro con questi bambini e con le loro madri. Infatti, l’autrice Carla Forcolin viene invitata per un’audizione parlamentare il 10/03/2021, sempre online, nella prospettiva di una riforma di legge presentata dall’Onorevole Siani.
Intanto, lo sguardo sul territorio e la “vocazione educativa” dell’Associazione portano al progetto “Cura della prima infanzia contro la povertà educativa in tempo di Covid”, finanziato dalla Regione Veneto. Questo progetto viene avviato nel gennaio 2021, assieme all’altro, dal titolo “Il carcere alla prova dei bambini”, nel quale La Gabbianella è partner di “Bambini Senza Sbarre”. Entrambi i progetti si prefiggono l’obiettivo di integrare bambini in difficoltà nel tessuto sociale fin dalla prima infanzia, per evitarne forme di disadattamento e perfino di eventuale delinquenza.
Per tutto il 2021 il lavoro dell’Associazione è concentrato su questi due progetti, che coinvolgono una trentina di bambini. Durante l’estate, questi bambini vengono accompagnati, assieme alle loro famiglie, presso l’ormai tradizionale “capanna solidale”.