Il giorno 18 ottobre 2013, all’interno di una manifestazione promossa dal Comune di Venezia e durata 10 giorni, per parlare dei diritti dei bambini (“Dritti sui diritti”) anche “La gabbianella” ha organizzato un momento di incontro con le donne del carcere femminile della Giudecca. Il tema riguardava i diritti dei figli delle detenute, spesso di origine straniera, di qui il titolo della giornata “Bambini bianchi, bambini colorati”.
L’incontro è stato pensato cercando di focalizzare il discorso su alcuni problemi che accomunano tutti i figli delle detenute: 1) la mancanza della mamma e le forme di relazione possibile con i genitori detenuti; 2) la necessità di frequentare la scuola, anche la materna, e l’importanza dell’educazione in generale. Della scuola sono ancora troppo spessoprivati i bambini e soprattutto le bambine; 3) il diritto a non essere espulsi dal nostro paese a seguito delle madri al momento della fine della scarcerazione. Quindi il diritto alla cittadinanza italiana per bambini di fatto culturalmente italiani o almeno il diritto al permesso di soggiorno.
All’incontro hanno voluto gentilmente partecipare la direttrice del carcere, dott. Gabriella Straffi, con le educatrici Carlotta Craveri e Marta Colle e Suor Gabriella; la direttrice dell’Ufficio esecuzione Penale esterna, dott. Chiara Ghetti con l’assistente sociale Paola Bovo; la funzionaria responsabile delle Politiche Sociali settore infanzia-adolescenza del Comune di Venezia, Paola Sartori, con collaboratori e responsabili del Centro per l’affido e la Solidarietà Familiare; la Garante per l’Infanzia della Regione Veneto, dott.Aurea Dissegna.
Con le madri detenute, sia dell’ICAM che della sezione, c’erano amiche della Gabbianella, altri volontari e personale dell’Istituto.
Dopo il saluto delle autorità, Carla Forcolin, presidente della “Gabbianella e altri animali” e Tiziano Scarpa, noto scrittore veneziano e amico dell’Associazione, hanno cominciato a ragionare attorno al tema della maternità, difficile da viversi in carcere. Poiché l’argomento è molto doloroso in sé, per non avvilire ulteriormente le mamme lontane dai loro figli, è stato trattato attraverso letture curiose, sempre improntate a stati d’animo di fiducia.
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