Affidamento

“La gabbianella” si è costituita come associazione per correggere alcuni aspetti anacronistici della legge 184/83 e ha contribuito alla nascita della legge 149/01. Infatti, attraverso il suo primo libro “Il gabbianello Marco ed altri animali”, ha fatto conoscere ai parlamentari di allora due punti particolarmente controversi della legge 184/83 : l’impossibilità di adottare dei bambini sotto i dieci anni per donne giovani che avevano mariti di dieci anni (o più) più vecchi, l’impossibilità di adottare per donne sole, anche se avevano avuto dei rapporti significativi d’affetto con dei bambini. In realtà non era tanto la legge 184/83 l’ostacolo a “liberare” i bambini dagli istituti in cui allora si trovavano in numero altissimo (circa 25.000) i bambini italiani, quanto il modo in cui la legge era attuata dal sistema dei tribunali e dei servizi. Burocrazia, lentezze, incertezze da parte di questo sistema e vantaggi per il mondo delle strutture per i minori, che ricevevano rette tali da permettere loro di vivere e fare assunzioni, se necessario.

Bambini senza famiglia da una parte, aspiranti genitori adottivi dall’altra, in mezzo i nostri istituti, che mantenevano potere ed avevano le rette per curare dei bambini che crescevano di fatto orfani. Bambini non adottabili in molti casi, ma “solo” affidabili, perché avevano moncherini di famiglia da qualche parte. Tutto ciò e molto altro c’era scritto nel libro “I figli che aspettano”  ed. Feltrinelli, che fu pubblicato nel 2001 e vendette 6.000 copie.

L’Associazione cercò di monitorare come la legge 149/01 veniva attuata ed organizzò dei convegni a tale scopo, ma poi si stancò di ripetere che la legge non veniva attuata nei suoi aspetti più significativi (ad esempio non venne mai fatta la banca dati dei minori adottabili e degli adulti disponibili all’adozione) e cominciò a cercare possibilità concrete di aiutare i bambini senza famiglia: cominciò a reperire risorse per l’affidamento.

Prese avvio così il progetto “Cerco Nido”, uno dei primi progetti pensati dalla Gabbianella per promuovere l’istituto dell’affido. “La gabbianella” si occupò di reperire nel tessuto sociale di Venezia e dintorni delle famiglie e singole persone disponibili ad accogliere in affidamento dei bambini e ragazzi nelle proprie case e ad accompagnarli nella loro crescita. Esse venivano guidate in un percorso introspettivo da due professioniste, Paola Sartori Ruggenini e Ketty Queirolo Conte, che aiutavano famiglie, singles e persone a capire i limiti reali della loro disponibilità nei confronti dell’accoglienza e della cura di bambini da prendere in affidamento.Le persone di volta in volta formate si offrivano poi al vaglio dei Servizi Sociali del Comune, che decideva se circa la loro idoneità e circa l’abbinamento con un eventuale minore d’età. Nacquero così i nostri primi affidamenti: quello di una ragazzina già diciassettenne in una famiglia composta dai genitori e tre figli; quello di una singles con de gemellini, che uscivano dal carcere; quello di un uomo solo, che accolse un ragazzino straniero non accompagnato; ecc..

Nel corso degli affidamenti gli affidatari nel “Cerco Nido” trovavano sostegno psicologico e aiuto concreto, per esempio nell’avere l’aiuto di amici in caso di bisogno. In un certo senso anticipammo la “Solidarietà familiare” ai nostri stessi soci, a cui abbiamo dato in più quell’elemento di amicizia che non sempre nasce spontaneamente in una prassi istituzionalizzata. Per saperne di più sul Progetto Cerco Nido leggi l’articolo del 2005

Collaborazione con il CASF

Quando i Servizi Sociali del Comune si misero a costruire i gruppi come aveva fatto già “La gabbianella”, il nostro gruppo cominciò a calare numericamente: infatti chi frequentava i gruppi del Comune aveva maggiori possibilità di conoscere chi gli avrebbe dato poi dei ragazzini in affidamento. L’Associazione preferì così collaborare per alcuni anni con il Comune, sia portando testimonianze, sia offrendo l’esperienza delle psicologhe che avevano lavorato per “La gabbianella”, poi ci furono gli ultimi affidamenti dell’associazione, che furono in realtà, tutti affidamenti ai Servizi Sociali e non a famiglie.

L’Associazione fu esclusa da qualsiasi forma di sostegno nei confronti delle famiglie che pur aveva offerto al Comune perché potessero aiutare le mamme del carcere a porre in famiglia i propri figli in attesa che esse finissero la pena. Il modo in cui questi affidamenti si conclusero fu davvero triste, soprattutto in un caso in cui una bimba fu rimandata presso la famiglia d’origine che dimostrava di rifiutare in tutti i modi.

Infine “La gabbianella” non poté proteggere in nessun modo anche l’ultima bambina che si trovava collocata presso una delle proprie famiglie: dopo due anni di affidamento la piccola XY fu costretta ad andare in casa famiglia e dopo in un nuovo affidamento da false opinioni circa il rapporto che avrebbe avuto con i familiari, troppo propensi a tutelare suo fratello a suo danno, secondo l’Assistente Sociale che seguiva il caso. La famiglia non poté far sentire la propria voce in tribunale: era solo “collocataria”.

Attualmente “La gabbianella” si occupa di solidarietà familiare, offrendo aiuto le famiglie in difficoltà, come quelle composte da madri singles o da nonni che crescono i nipotini, pur essendo avanti con gli anni, di far crescere con maggior serenità i loro bambini.

Finché le leggi di questo paese non tuteleranno gli affidatari e soprattutto gli affidati un po’ meglio, l’Associazione si rifiuterà di avviare altri affidamenti a tempo pieno, mentre sarà disponibile per affidamenti diurni e forme di solidarietà familiare.

Nel frattempo non demorde dal tentativo di far modificare la legge attuale.

Il convegno sull’affidamento ai Servizi Sociali, tenutosi a Roma il giorno 29/5/2014 a cura dei Garanti del Veneto e dell’Emilia Romagna, dove sono stati esposti i risultati di una ricerca sull’affidamento ai Servizi Sociali in quattro regioni, ha portato alla luce tutte le contraddizioni che caratterizzano questa modalità di fare affidamenti, ai limiti dell’illegalità (inserire volantino o file).

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