Venezia, 28 giugno 2020

Cari amici,

“la gabbianella” ha ormai 20 anni: è un’associazione che dovrebbe avere trovato canali di finanziamento adeguati e sufficienti per vivere e operare. Invece torniamo a voi con una lotteria i cui biglietti valgono solo due euro l’uno e sono faticosi da vendere, soprattutto in questo periodo, con le scuole e gli altri centri di aggregazione chiusi.

Un grande finanziamento, già ottenuto dalla Fondazione “Con i bambini” sul progetto della lotta alla povertà educativa, rivolta soprattutto ai figli dei carcerati, ci è stato ridotto moltissimo. Per la nostra scelta di uscire dal carcere femminile, dopo i fatti lì avvenuti e da noi denunciati sul Gazzettino: il protocollo d’Intesa Interistituzionale non è mai stato applicato. Esso prevedeva un progetto per ogni bambino, fatto assieme alla madre e a coloro che gli stavano più vicino: educatori, assistenti sociali, noi. La mancanza di progettazione ha fatto sì che il bambino, che stava per compiere i fatidici sei anni in cui si esce dall’Istituto, sia stato posto in affidamento non consensuale, giudiziario, sena nessun preavviso né a lui né alla madre: i genitori che fino a quel momento avevano la responsabilità genitoriale intatta se la sono ritrovata attenuata. Il bambino di sei anni è stato accolto in affidamento e quello più piccolo non ha più potuto andare dal padre, che lo ha chiesto più volte, perché posto automaticamente in affidamento presso i Servizi Sociali del comune di provenienza. IN attesa di decisioni del tribunale, che un po’ causa covid 19, un po’ per qualche altro motivo, non si è ancora pronunciato, un bambino di 5 anni è rinchiuso con la mamma nell’Icam da mesi e mesi … credo senza altri bambini con cui giocare.

E noi? Abbiamo la colpa di dire che non si fa così. Abbiamo avuto il parere negativo di chi si occupa delle famiglie dei detenuti che non voleva lavorare con noi, dopo questi fatti, al progetto e il finanziamento si è ridotto di 4/5. Noi abbiamo accompagnato i bambini all’asilo prima e alla materna poi senza un soldi di finanziamento specifico dal 2010 e come abbiamo fatto allora, quando il Comune ci ha tolto il suo aiuto economico, faremo oggi: proviamo cioè a marciare solo sulle nostre gambe. Sempre che la cittadinanza ci aiuti.

Il progetto spiaggia è la premessa al progetto contro la povertà educativa: in spiaggia ci si conosce, ci si denuda un po’ mettendosi in costume, si condivide il sole e il mare, poi si imparerà insieme a fare tante cose …

Lottare contro la povertà educativa è anche far conoscere il mare a dei bambini che a sei/sette anni non c’erano mai stati. Far vedere Venezia a chi abita nella sua provincia, ma non può permettersi il costo dei biglietti ACTV senza carta Venezia (e la carta non può fare perché non si ha la residenza, ma solo il domicilio). 

Noi vogliamo continuare a prenderci cura di queste famiglie, di solito costituite da mamme sole con i figli. Il papà può essere “dentro” o può essere stato espulso, dopo la detenzione. Accanto a loro anche famiglie come quelle che siamo soliti frequentare, con qualche difficoltà, magari solo transitoria e con la voglia di uscire dall’isolamento, dalla solitudine, nella cura dei bambini. Si dice che per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio, noi a volte pensiamo che il villaggio siano solo i social .

La lotteria dovrebbe aiutarci a pagare le spesi di gestione di un’associazione che orami fa troppe cose per poter vivere senza nemmeno una segreteria part-time. I volontari non sono più in grado di fare le cose specifiche che tocca espletare: pagamenti, assicurazioni, organizzazione delle cose.

Senza la possibilità di far funzionare la macchina organizzativa si deve decidere che non si può aiutare più nessuno. Per questo abbiamo bisogno del sostegno della cittadinanza.

Grazie!                                       

 Carla Forcolin

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