Pubblichiamo qui di seguito un racconto inviatoci da Mariella Melandri
Zio Ettore e la notte fatata
Tutti ai posti di combattimento disse zio Ettore affacciandosi sulla porta del salotto tramutato in luna park per una giornata con i nipotini.
“Ferruccio apparecchia, Lavinia rimette a posto i cuscini e Marcellino raccoglie tutti i pop corn e io preparo da mangiare; minestra di verdure o sofficini?”
Sofficini! Urlarono in coro tutti e tre.
Andata! sofficini e coca cola ma solo per chi si lava bene le mani e poi …… restate tutti a dormire qui la mamma fa il turno di notte in ospedale.
La piccola truppa prese la notizia come una festa inattesa e ciascuno fece la sua parte. Per il pernottamento improvvisato il divano divenne un letto e le due poltrone unite crearono una culla mentre il sacco a pelo delle gite in montagna venne riutilizzato in versione salottiera e quando cominciò a farsi tardi ed il sonno a farsi sentire zio Ettore tirò fuori un vecchio libro di quando era piccolo ed iniziò a leggere.
C’era una volta una ragazza bella e buona che due sorellastre costringevano in cucina tra la cenere del camino tanto che tutti ormai la chiamavano Cenerentola, una sera però il re diede una grande festa da ballo alla quale tutte le fanciulle erano inviatate … “ma no non si può andare al ballo è vietato” disse serio Ferruccio. Giusto cambiamo favola … C’era una volta una bambina con i capelli neri e la carnagione chiara, ma talmente chiara che tutti la chiamavano Biancaneve, la piccola era in fuga perché la matrigna cattiva, invidiosa della sua bellezza, voleva farla uccidere; giunta alla casetta dei 7 nani si accorse però che era troppo piccola perché potessero mantenere le distanze di sicurezza evitando assembramenti …. Ricambiamo favola: C’era una volta una bambina con un cappuccetto rosso che portava la merenda alla nonna … “no non deve andare dalla nonna è pericoloso la nonna si ammala, meglio restare nel bosco assieme al lupo” disse Marcellino che da giorni sentiva la nonna solo al telefono. Cambiamo ancora favola c’era una volta un gatto con gli stivali … “ma perché metteva gli stivali se non poteva uscire” chiese Lavinia pensando alle sue scarpe nuove rimaste nella scatola.
Zio Ettore scorse l’indice del suo libro di fiabe, che se ne fa Pollicino delle molliche di pane se non può allontanarsi da casa? E a chi mai verrebbe in mente di svegliare proprio adesso la bella addormentata? meglio lasciarla riposare fino a che non passerà.
Vinti dal sonno e dai mille pensieri di una giornata movimentata e cullati dal rumore della lavastoviglie che veniva dalla cucina, zio e nipoti si addormentarono nel loro campeggio improvvisato, ma quando la lavastoviglie finì e la pendola del corridoio batté i 12 rintocchi …. dal libro di fiabe uscirono uno alla volta tutti i personaggi, misero un segnalibro per ritrovare il loro posto tra le pagine il mattino dopo e sgattaiolarono tutti in cucina. La fatina di Cenerentola in piedi sul bidone dell’immondizia agitava la sua bacchetta magica e chiamava tutti a rapporto. “E’ venuto il momento di cambiare e di unire le forze per dare una mano siete d’accordo?” Siiii urlarono in coro i sette nani” – “Shh zitti che svegliate tutti” disse il gatto che nella fretta invece
degli stivali si era infilato le pantofole di zio Ettore. Che dite chiamiamo anche i cattivi? chiese pensieroso il principe. Confabularono parecchio ed alla fine … un due tre… comparvero in cucina la matrigna con la sua mela avvelenata, le sorellastre, l’orco, il lupo mannaro e la strega Malefica. Questa è un’emergenza tutti per uno, uno per tutti come dicevano i tre porcellini!
Fecero un veloce spuntino, finirono tutta la coca cola e uscirono mentre fuori era ancora notte. L’orco con i suoi stivali delle sette leghe raggiunse in quattro balzi il paese più lontano del mondo, andò in tutte le farmacie a comprare l’amuchina e in un batter d’occhio ne mise una bottiglia davanti a tutte le porte del mondo; la fata Smemorina, accantonato l’abito per il gran ballo ancora imbastito, si mise all’opera per confezionare camici monouso per tutti gli infermieri ed i dottori e sul far dell’alba mille zucche trasformate in carrozze partirono per la consegna lampo in tutti gli ospedali del mondo.
Intanto il gatto con gli stivali assieme al lupo, visto che cani e gatti non sono contagiosi, si affrettarono a consegnare a tutti i nonni i cestini della merenda preparati da Cappuccetto Rosso e da Biancaneve che era specializzata in crostate.
I sette nani che stavano chiusi a casa e non potevano andare in miniera, confezionavano mascherine ed il principe in sella al suo cavallo bianco provvedeva alle consegne.
Cenerentola prestò un grembiule anche alle due sorellastre e insieme disinfettarono tutte le strade e al mattino mille bolle di sapone salivano ancora dai marciapiedi.
Intanto la matrigna di Biancaneve, che non aveva avuto tempo di truccarsi, interrogava il suo specchio fatato: “specchio specchio delle mie brame troviamo insieme la cura per tutto il reame” e rimboccandosi ogni tanto le maniche della tuta rimestava in un gran pentolone per mettere a punto una pozione magica.
La strega Malefica che era specializzata in cure per l’insonnia fece un incantesimo e tutti gli infermieri, tutti i poliziotti e tutti i medici si addormentarono per un secondo e si svegliarono riposati come se avessero dormito cent’anni.
Quando fece giorno si ritrovarono tutti per fare il punto della situazione. L’orco si tolse gli stivali e fece un pediluvio nella fontana di Trevi perché tanto non c’era nessuno, il Gatto con gli stivali stremato si era addormentato sopra la mantellina di velluto di Cappuccetto Rosso, Cenerentola e le sorellastre si erano sedute a riposare un pò sui gradini del ponte di Rialto che era deserto. La fata Smemorina ancora con il ditale, perché si era dimenticata di toglierlo, comunicò che il gran ballo era rinviato al 3 aprile perché il vestito non era pronto. La matrigna cattiva arrivò tutta spettinata con una boccetta in mano “è fatta è fatta sono io la più brava del reame”.
Il sole sorgeva, fecero appena in tempo a ritornare di corsa nel libro che era rimasto per tutta la notte senza figure, prima che zio Ettore ed i bambini si svegliassero.
Suonò la porta, era la mamma che aveva finito il turno di notte in ospedale ed era radiosa e raccontò che non erano più così stanchi e che c’erano mascherine e camici per tutti e che in laboratorio avevano trovato una strana boccetta che conteneva una medicina miracolosa. Piano piano guarirono tutti e vissero a lungo felici e contenti.